Top 500: la frenata del 2018 non rallenta le aziende di Parma
Le imprese del territorio continuano a crescere per fatturato, occupati e patrimonio, ma crescono mentre l'economia italiana rallenta dopo anni di moderato ottimismo, e crescono anche se a livello planetario va avanti la guerra dei dazi. Nella Food valley, l'agroalimentare resta il settore di punta, ma nel 2018 i bilanci delle aziende dimostrano un forte dinamismo soprattutto nella meccanica generale e nella chimica. Se poi si sposta l'attenzione sulle dimensioni delle aziende, si scopre che, fatto inedito, a crescere di più sono quelle di piccole dimensioni.
A fotografare lo stato di salute dell'economia locale è la quinta edizione di «Top 500 - Le imprese di Parma e provincia», lo studio realizzato da PwC e dall'Area di ricerche aziendali del Dipartimento di economia dell'Università, in collaborazione con la Gazzetta di Parma, presentato ieri mattina all'auditorium «Carlo Gabbi» del Crédit Agricole Green Life, il quartier generale della banca in Italia, all'ex Cavagnari.
LE AZIENDE CHE RESISTONO
«Questo tessuto economico ha dimostrato, e i dati 2018 dell'ufficio studi dell'Upi lo confermano, una buona capacità di reagire, anche meglio di altri, ad un contesto di mercato che è diventato sempre più articolato e complesso», illustra Annalisa Sassi, presidente dell'Unione parmense degli industriali, nel leggere l'andamento della produzione locale, attraverso la lente delle 500 imprese più importanti sotto il profilo del volume dei ricavi certificati dai bilanci 2018. Imprese che resistono, nonostante le incertezze del mercato. «Non c'è infatti solo una domanda interna che stenta a riprendere vivacità, ma anche un mercato internazionale su cui incidono tensioni politiche, dazi, crisi aziendali e personalismi. Insomma, un contesto sempre più instabile, veloce e difficile da interpretare», ricorda Sassi, avendo però ben presente che a livello territoriale le luci rischiarano le ombre che incombono sulla domanda interna e sui mercati esteri. «L'export alimentare, per esempio, nel primo semestre del 2019 ha segnato una crescita media del 4%, nonostante i dazi, le difficoltà sul mercato e le contrazioni dei consumi».
BUSINESS E SOSTENIBILITÀ
La parola chiave per i prossimi anni è sostenibilità, un valore che si sposa con la capacità di generare ricavi, perché solo un'azienda che cresce può avere le risorse per modificare il proprio modello di business, diventando più sostenibile. Tante aziende stanno già seguendo questa strada, anticipando la «rivoluzione verde» propagandata da Greta Thunberg.
«La sostenibilità è un punto focale per il mercato. Chi si muoverà per primo in questo contesto ne potrà cogliere i benefici in futuro», garantisce Nicola Madureri, partner di PwC Parma.
Chi sta già misurando il proprio grado di sostenibilità è l'ateneo, che a breve presenterà un report ad hoc, come ha anticipato il rettore Paolo Andrei. «Considerare la responsabilità sociale e ambientale, stando attenti alla sua ricaduta in termini economici, rappresenta un circolo virtuoso che può fare intravedere nuovi modelli di sviluppo», ribadisce Andrei, forte sostenitore del rapporto fra l'Università e il territorio, per disegnare uno sviluppo sostenibile.
«Questa sede è un polmone verde, dove lavorano circa 1.500 dipendenti, di cui già 700 hanno iniziato un percorso di smart working», annuncia Olivier Guilhamon, vice direttore generale di Crédit Agricole Italia, dimostrando come la banca stia già riempiendo di contenuti il concetto della sostenibilità.
I RISCHI DELLA BUROCRAZIA
Uno dei mali dell'Italia è la burocrazia e a dirlo è chi deve confrontarsi con nuove norme quasi ogni giorno. «Abbiamo riscontrato rilevanti difficoltà nei rimaneggiamenti, manovra dopo manovra, per rastrellare risorse necessarie a sostenere il debito pubblico e la spesa pubblica. Sarebbe più onesto l'aumento secco di un'aliquota, piuttosto che adempimenti sempre più complessi che possono generare errori e sanzioni. Questa minaccia mina la tranquillità», ammette Emanuele Favero, presidente dell'Ordine dei commercialisti.
LA GAZZETTA E IL PARMENSE
Raccontare la realtà del territorio con un giornale, una tv, una radio e un sito sensibili al cambiamento. È l'obiettivo del gruppo Gazzetta di Parma, come ha assicurato il direttore generale Pierluigi Spagoni, portando l'esempio concreto dell'inserto Top 500. «Parma, meglio di altri territori, è in grado di cogliere le opportunità, soprattutto in vista del 2020. La Gazzetta - garantisce - sarà sempre pronta a raccontare ciò che di meglio può esprimere il nostro territorio». La sfida è iniziata, e il 2020 sarà solo una tappa.