BANCHE
Svolta nel risiko: offerta di Bper per Carige
Il risiko bancario riparte con Bper che ha presentato al Fondo Interbancario di tutela dei depositi un’offerta non vincolate per l’acquisizione di Carige. La notizia è arrivata in serata al termine di una giornata dove il titolo Carige era balzato del 25,86% a 0,67 euro dopo che alla vigilia erano emerse voci su un accelerazione del dossier.
La proposta di acquisizione da parte di Modena che è controllata da Unipol, prevede che il Fitd, che si basa sui contributi di tutte le banche italiane, versi un miliardo di euro per ricapitalizzare l’istituto ligure e che Bper paghi 1 euro per rilevare l’88,3% del capitale dell’istituto ligure in mano al Fitd e alla trentina Cassa Centrale Banca. In seguito, l'istituto emiliano lancerà un’opa a 0,80 euro per azione, con un premio del 29% rispetto al prezzo di chiusura di Carige ieri. L'istituto ligure verrà poi incorporato in Bper.
L’offerta verrà meno se il Fondo Interbancario, entro il prossimo 20 dicembre, non conceda al gruppo guidato da Piero Montani un periodo di esclusiva nonché ulteriormente non venga sottoscritto , entro il prossimo 31 dicembre un Memorandum of Understanding vincolante che preveda poi l’obbligo di un contratto definitivo di acquisizione entro il 31 gennaio del prossimo anno. Il consiglio del Fondo, che per ora non commenta, si riunirà giovedì. Una volta ottenuta l’esclusiva verrà avviata una due diligence legale, patrimoniale, fiscale, contabile ed industriale da parte di Bper. La due diligence durerà cinque settimane ed avrà natura confirmatoria. Il closing, come è prassi sarà subordinato all’ottenimento delle autorizzazioni da parte delle Autorità competenti.
«L''operazione - sottolineano fonti - è fortemente auspicata dal governo che ha invece subito uno stop su Mps e dalle autorità di vigilanza». Inoltre permette a Bper, che ha 'digeritò abbastanza celermente l’acquisizione delle filiali ex Ubi un’ulteriore crescita nel panorama del credito italiano, dominato da Intesa Sanpaolo e Unicredit, restando nella fascia alta. In prospettiva potrà così ambire a Sondrio e guardare al Banco Bpm su una posizione di parità. Inoltre si risolvono in modo definitivo le problematiche di Carige, togliendo all’esecutivo e alla Bce una grana che si trascinava da mesi dopo il ritiro della Cassa Centrale. Bper che nella «sua offerta - viene spiegato contempla soluzioni sulla governance che permettano di salvaguardare l’identità dell’istituto genovese», indica tra i presupposti industriali dell’operazione, la neutralità rispetto all’attuale posizione patrimoniale di Modena ma anche il miglioramento dell’asset quality su base combined, perseguendo il processo di derisking. Altro elemento cardine è il significativo accrescimento della redditività di Bper in termini di utile per azione già a partire dal 2023.
Quanto alla crescita dimensionale ed il miglioramento della posizione competitiva in Italia, il presupposto è garantito all’ampia complementarietà delle reti distributive, dalla crescita significativa in regioni quali Liguria e Toscana.
L'integrazione porterebbe poi ad un aumento della base di clientela del 20%, superando così, con gli oltre 800 mila clienti Carige, i 5 milioni di clienti. Benefici ci sarebbero anche in termini di aumento del portafoglio crediti e del totale attivo. Il totale attivo post-deal è indicato superiore a 150 miliardi di euro: il quarto per dimensione in Italia. La fusione porterebbe poi ad il miglioramento della qualità dell’attivo e ad ulteriore ridimensionamento dell’Npe ratio del Gruppo, cosi come a sinergie di costo e sinergie di ricavi. Queste ravvisabili nella componente di 'revamping' commerciale e aumento del 'cross-selling' derivanti dall’integrazione delle due reti, mettendo a disposizione della clientela Carige l'offerta delle fabbriche prodotto. Inoltre si apre l'opportunità di evoluzione del ruolo di Banca Cesare Ponti nel rafforzamento del polo Private Banking di Bper e la conferma di Arca Sgr quale società di riferimento per il risparmio gestito.
Un aspetto questo, come spiegano esperti e analisti, che contribuirebbe ad abbattere il costo della raccolta di Carige, uno dei suoi punti deboli. Ci saranno, con ogni probabilità, da gestire eventuali esuberi, specie nella direzione generale a Genova, e per questo si dovranno aprire trattative con i sindacati.