Istruzione terziaria professionalizzante

Rivoluzione Its: i nuovi Istituti Tecnologici Superiori

Patrizia Ginepri

Grazie al Pnrr più stage e percorsi mirati

Gli istituti tecnici superiori si rafforzano e guardano al futuro del nostro sistema economico. Diventano «Istituti Tecnologici Superiori» (Its Academy), nonché parte integrante del sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore. La rete formativa si amplia e si struttura maggiormente, così come il rapporto diretto con i territori e i loro tessuti produttivi, vero punto di forza del progetto.

Tutto questo grazie alla riforma Its prevista dal Pnrr (approvata dal Parlamento), che è entrata ufficialmente in vigore a fine luglio: un nuovo impianto che garantirà al sistema di istruzione terziaria professionalizzante una completa autonomia, per poter rispondere meglio alla crescente domanda di innovazione e di qualità della formazione da parte delle imprese.
Concretamente, l'obiettivo è quello di far crescere in modo significativo il numero degli istituti e degli allievi, nonché di irrobustire l’alleanza formativa con le imprese, per contribuire a ridurre il divario tra domanda e offerta di professionalità da inserire nel mondo del lavoro.

Nell’attesa dei decreti attuativi, diciamo subito che la nuova legge, prevede un restyling del sistema. Gli ITS utilizzeranno le risorse per potenziare la propria offerta di competenze tecnologiche e tecniche per consolidare il proprio contributo di sistema allo sviluppo economico e produttivo e per offrire una preparazione in linea con le richieste del mondo del lavoro. Non solo. Verrà data ampia visibilità, su tutto il territorio nazionale, all’altissimo indice di occupabilità, attraverso attività di orientamento e un maggiore coinvolgimento delle imprese e dei territori.

La riforma rappresenta uno dei punti qualificanti del Pnrr, un provvedimento che introduce una nuova governance e un sistema di finanziamento organico. E a proposito di fondi, la scorsa settimana il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha firmato il decreto sulla ripartizione delle risorse destinate agli Its, per l’anno 2022/2023, cifra che supera i 48,3 milioni di euro. I finanziamenti provengono dal Fondo per l’istruzione tecnologica superiore e verranno assegnati alle Regioni che, a loro volta, li ripartiranno tra i singoli istituti. Una quota del 5% sarà invece destinata alla realizzazione di misure nazionali di sistema.

Del resto, i dati parlano chiaro: secondo l'ultimo monitoraggio Indire 2022, a un anno dal termine del percorso di studi, l'80% dei diplomati ha già trovato un lavoro, con il 91% di loro che è impegnato in una occupazione coerente con il ciclo di studi svolto. “Il merito va essenzialmente a un approccio concreto – fanno sapere dalle fondazioni Its - fatto di tante ore di stage e attività all'interno delle imprese”.


I punti della riforma
Una priorità strategica della riforma, è quella di soddisfare i fabbisogni formativi che riguardano la transizione digitale, a cominciare dall’espansione dei servizi in questo campo. Ci sono, infatti, novità che riguardano le aree tecnologiche. Al momento ne esistono sei: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Sarà un decreto del ministero dell’Istruzione, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento, a individuare una nuova serie di indirizzi.

La riforma suddivide i percorsi su due livelli, a seconda del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (European qualification framework, Eqf). Ci sono i percorsi biennali di quinto livello Eqf dalla durata di quattro semestri e almeno 1.800 ore di formazione. E' prevista anche una formazione triennale di sesto livello Eqf, suddivisi in sei semestri e almeno 3.000 ore di formazione. In entrambi i due casi le attività comprendono un aumento delle ore di pratica e laboratorio. Gli stage aziendali e i tirocini formativi saranno obbligatori almeno per il 35% della durata del monte orario complessivo dei percorsi Its. Potranno essere svolti anche all’estero e saranno sostenuti da borse di studi.

Non ultimo, i patti federativi potranno prevedere nel confronto con le parti sociali più rappresentative, la promozione e la realizzazione di percorsi per l’innalzamento e la specializzazione delle competenze dei lavoratori che sono stati licenziati e collocati in cassa integrazione per effetto di crisi aziendali e di riconversioni produttive, che potranno costituire credito formativo per l’eventuale conseguimento di lauree a orientamento professionale.

Come detto, gli Istituti Tecnici Superiori, potranno contare sul Fondo per l’istruzione tecnologica superiore, istituito nello stato di previsione del ministero dell’Istruzione. Si tratta di un finanziamento annuale stabile: a partire da quest’anno sono destinati al progetto 48,35 milioni di euro. Il Fondo finanzierà prioritariamente la realizzazione dei percorsi formativi, il potenziamento dei laboratori e delle infrastrutture tecnologicamente avanzate, l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie e le borse di studio.


In Emilia Romagna
Nella nostra regione sono presenti sette Fondazioni Its. Nel 2021 sono stati avviati 33 percorsi, mentre nel 2022 la Regione ne ha approvati 43. Il finanziamento pubblico complessivo risulta in crescita costante nel corso degli anni (da 2,5 milioni del 2011 a circa 13 milioni nel 2022).

La distribuzione dei corsi Its in Emilia-Romagna riguarda i settori di meccanica, meccatronica, motoristica, packaging con 15 corsi; Ict e industrie creative con 10 corsi; agroalimentare con 4 corsi; territorio, energia, costruzioni con 5 corsi, turismo e benessere con 3 corsi, logistica e mobilità con 3 corsi e, infine, nuove tecnologie della vita con 3 corsi. La Rete politecnica promossa dalla Regione Emilia-Romagna mette a disposizione complessivamente oltre 100 opportunità formative. Oltre ai corsi Its (iscrizioni entro il 14 ottobre), nei prossimi mesi partiranno 71 corsi di istruzione e formazione tecnica superiore e 41 corsi brevi di formazione superiore.

L'Emilia-Romagna è la quarta migliore regione per tasso di abbandono (più contenuto che altrove). Infine il dato occupazionale, che si colloca sostanzialmente in linea con quello nazionale (80,7%) con migliori performance in alcune fondazioni: agroalimentare 92,5%; maker (media ultimi 8 anni: 91%), logistica (89,7%). Meno brillante invece la performance di altre fondazioni (industrie creative 63,6% , turismo e benessere 67,5%).