Confagricoltura

Vendemmia 2025, buone prospettive per l’annata

Le previsioni in vista della prossima raccolta

«La vendemmia 2025 si prospetta molto buona in termini di qualità e quantità della produzione. Uno standard che l’avvicina all’annata 2023 e che, finalmente, riporta verso una situazione di normalità se comparata ad annate come la scorsa, più discontinue e caratterizzate da parametri più estremi». Questa la previsione di Alex Cerioli, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Parma, in vista dell’ormai imminente partenza della vendemmia 2025.
«Dalla fioritura fino alla fase grano pepe le piante – spiega Cerioli - non sono mai entrate in stress idrico, garantendo un ottimo sviluppo del frutto specialmente in fase iniziale. Il picco di calore è arrivato nel mese di giugno quando le piante si erano già dotate di una buona scorta idrica, dal mese di maggio, che ha consentito di non entrare comunque in deficit. Luglio e inizio agosto sono stati segnati dal giusto quantitativo di piogge, ben distribuite, che hanno consentito un’allegagione corretta e lo sviluppo di grappoli sani, senza far registrare fenomeni diffusi di oidio e peronospora a carico di piante e frutto». Le situazioni di malattia, aggiorna Confagricoltura Parma, sono state sporadiche e fortunatamente molto contenute, anche per quanto riguarda esca e flavescenza, la cui presenza ridotta è stata indice incoraggiante del funzionamento graduale delle opere di contenimento messe in atto dalla Regione.
«Ottime – continua Cerioli - sono le premesse per quanto concerne i lambruschi e le varietà a bacca bianca, a cui le temperature più fresche e la buona escursione notturna delle ultime settimane hanno giovato in termini di freschezza e di aromaticità per quanto riguarda le varietà aromatiche (malvasia in primis) e semi aromatiche. I prossimi giorni saranno fondamentali per definire l’epoca di inizio della raccolta». Un quadro, quello del Parmense, che trova parziali conferme a livello regionale. «Le aspettative sono buone, l’uva c’è seppur con una variabilità significativa a livello territoriale, con produzioni molto soddisfacenti e altre decisamente più scarse» spiega il presidente della sezione vino di Confagricoltura Emilia Romagna, Renzo Pelliciari. Il clima primaverile con piogge non eccessivamente abbondanti e poi l’alternarsi di giornate calde ad altre più fresche hanno favorito il massimo sviluppo del grappolo, migliorando il grado zuccherino dell’uva e salvaguardando l’intensità aromatica. Preoccupa ora l’atteso aumento delle temperature che potrebbe rallentare la maturazione dell’acino e provocare stress idrico».
Il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Marcello Bonvicini, ha sottolineato la necessità di interventi strutturali per rilanciare il comparto e dare una prospettiva di lungo termine ai viticoltori: «Il momento è delicato. Ci troviamo di fronte a maxi offerta e prezzi dell’uva bassi a fronte di un trend dei consumi in costante contrazione, soprattutto per i vini a bacca rossa, senza dimenticare l’effetto negativo che solo l’incertezza dazi Usa ha causato finora. Servono misure e una nuova visione: più programmazione dell’offerta e strategie commerciali per aggredire meglio il mercato interno ed estero».