agroalimentare

Tutela della Dop: il Consorzio del Prosciutto di Parma vince a Malta e in Brasile

Importanti risultati legali rafforzano la tutela della DOP nei mercati esteri

Il Consorzio del Prosciutto di Parma ha messo a segno due risultati «estremamente rilevanti nella protezione della Dop». A Malta il Consorzio aveva riscontrato irregolarità riguardanti il preaffettato: veniva confezionato negli impianti locali, riportando la dicitura Prosciutto di Parma, in violazione del disciplinare della Dop secondo cui il prodotto in vaschetta può essere affettato solo in stabilimenti autorizzati, nella zona tipica di produzione in provincia di Parma, sotto la vigilanza dell’organismo di controllo. I legali del Consorzio hanno ottenuto la regolarizzazione di tutte le violazioni e un risarcimento.
In Brasile, dove la richiesta di riconoscimento della Dop e quella di registrazione del marchio non si sono ancora definite, i casi riguardavano marchi contenenti riferimenti alla parola «Parma». Come quella depositata da una nota azienda locale, e accolta dagli uffici competenti, per l’utilizzo della denominazione «Parman» destinata a prodotti a base di carne. I legali del Consorzio, constatato l’uso effettivo non solo del termine ma anche del nome «Parma», hanno vinto in primo grado di giudizio, ottenendo il riconoscimento dei danni subiti e l'impegno, da parte dell’azienda brasiliana, di rinunciare alle registrazioni ottenute e di non chiederne di analoghe in futuro. 



«I risultati sono per noi un motivo di grande soddisfazione e sono anche il frutto di una stretta e proficua collaborazione con ICQRF» commenta Stefano Fanti, direttore del Consorzio. «La vittoria in Brasile è doppiamente significativa poiché si inserisce nel contesto dell’accordo UE-Mercosur», commenta il presidente Alessandro Utini, che aggiunge «l'accordo prevede una protezione piena del Prosciutto di Parma, che in Argentina, Paraguay e Uruguay sarà contestuale all’entrata in vigore dell’intesa, mentre in Brasile diventerà pienamente efficace dopo sette anni dalla ratifica dell’accordo, con relativa impossibilità di continuare ad utilizzare le assai diffuse denominazioni «Presunto tipo Parma» o similari».