lutto

Addio a Maurizio Sella, una vita in banca

Una vita passata in banca, oltre 60 anni, con una dedizione al lavoro fino alla fine. Maurizio Sella, scomparso ieri all’età di 83 anni, era uno di quei banchieri che un tempo si chiamavano di 'vecchio stampò ma che aveva anche trasformato la sua banca di provincia in uno degli operatori più tecnologici sulla scena, mantenendone gelosamente l'indipendenza in un mercato dove fusioni e aggregazioni hanno dato vita a grandi gruppi.
Sotto i quattro suoi mandati di presidente Abi, dal 1998 al 2006, il comparto bancario ha visto una trasformazione notevole ponendo fine alla 'foresta pietrificatà, aprendosi ancora più al mercato e all’integrazione. Come ricorda l’attuale presidente dell’associazione Antonio Patuelli, «ha sempre dimostrato grandi doti culturali, etiche, professionali, innovative, con elevati principi di libertà, solidarietà sociale e rispetto di ciascuno, nel mercato aperto e regolato e per la competitività nel pluralismo bancario"
Sella, laureato in Economia e commercio all’Università di Torino nel 1966, porta un cognome illustre. La sua è una famiglia di imprenditori tessili che nella Italia post unitaria esprime uno dei ministri più famosi dell’epoca, quel Quintino Sella che evitò il default del giovane paese seppure a prezzo di sacrifici. E nel 1866 alcuni componenti della famiglia fondano la Banca nella quale il giovane Maurizio, ricorda con orgoglio lo stesso istituto di credito, entra quale 'sportellistà, percorrendo tutte le tappe della carriera fino a divenire, nel 1974, amministratore delegato e direttore generale dell’istituto. Nel 2000 il passaggio a presidente di Sella Holding visto che la banca nel frattempo è divenuto un gruppo articolato. Attualmente ha 1,5 milioni di clienti, 6700 dipendenti, un utile netto consolidato di 132,2 milioni di euro nei primi nove mesi del 2025 e opera nella banca commerciale e retail, in quella di investimento e nel private e wealth management.
Come racconta il figlio Pietro Sella, attuale Ceo, «fino all’ultimo momento anche in questi giorni di sofferenza fisica, ha dedicato ogni singolo istante a lavorare per l’azienda e per la famiglia. Nella pratica aveva da già da tempo predisposto ogni aspetto della sua successione. Ma quello che più di tutto ci lascia è una grande eredità morale, fatta di insegnamenti e di incrollabile fiducia, determinazione e lavoro per il futuro».
Ricordi ed elogi per la sua figura arrivano anche dal mondo dell’imprenditoria e la politica. «Perdo un amico vero, un uomo con cui ho condiviso negli anni un rapporto di grande stima, affetto e sincera amicizia», afferma il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto. Per il ministro delle imprese Adolfo Urso Sella ha dato «un contributo significativo allo sviluppo economico del Paese. Il suo straordinario impegno, riconosciuto e apprezzato anche dai Cavalieri del Lavoro (che ha presieduto dal 2019 ndr), resterà un punto di riferimento per molti». Riconoscimenti per la figura «di eccezionale valore» anche dal ministro per la P.a Zangrillo e dal sottosegretario alle finanze Federico Freni «un grande italiano».