Economia le difficili mediazioni di Mario Draghi

Alfredo Alessandrini

È molto importante ricordare i riferimenti, richiamati dal presidente del Consiglio Mario Draghi, alle caratteristiche della ripresa: è recentissima l’insistenza sulla solidarietà come elemento fondamentale del rilancio dell’economia, che sta procedendo ad una velocità maggiore del previsto, come ha ricordato il Ministro Franco: si ipotizza una crescita vicina o superiore al 5 per cento.

Mario Draghi ha specificato ancora meglio il modello di crescita alla quale pensa, utilizzando una serie di aggettivi:

  • La crescita deve essere inclusiva.
  • Occorre intraprendere una via di sviluppo equa e sostenibile.

Applicando i riferimenti di fondo del modello di crescita delineato da Mario Draghi è possibile prevedere la concreta possibilità di sintesi delle diverse posizioni delle componenti politiche che sostengono il Governo? Le recenti evoluzioni del quadro politico, con il travagliato percorso di riorganizzazione dei Cinque Stelle, la forza politica più consistente del Governo all’interno del Parlamento, rendono più difficile la costruzione di sintesi efficaci.

Anche la competizione in corso nel Centro Destra non aiuta certamente un percorso di mediazione così come le incertezze sull’adesione al progetto europeo. L’acceso confronto fra le forze di maggioranza sul ddl Zan è un altro passaggio complesso per Mario Draghi.
Ma la difficoltà di sintesi fra le forze politiche si sta manifestando sul percorso delle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in particolare sulla riforma della giustizia e sulla riforma fiscale.

Concentrerò la mia attenzione, in particolare, sulla riforma fiscale. Recentemente è stato prodotto un documento con le linee guida delle Commissioni Finanze di Camera e Senato con l’indicazione delle parti su cui c’è condivisione ma lasciando aperte quelle relative ai veri nodi politici, la flat tax e la patrimoniale.
Le rimodulazioni delle aliquote IRPEF per il livello intermedio di reddito (il ceto medio) con le relative riduzioni vede un sostanziale accordo fra le forze politiche.

Invece il nodo politico per flat tax e patrimoniale è legato ad un tema di fondo: l’art. 53 della Costituzione prevede che “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
La tassa piatta si può combinare all’applicazione di criteri di progressività? E come si concilia con l’art.53 della Costituzione? Lo stesso Mario Draghi ha pubblicamente affermato che le imposte devono ispirarsi al criterio della progressività.

L’altro nodo è l’introduzione di forme di tassazione sui patrimoni: si possono conciliare con l’obiettivo di fondo di non aumentare ma ridurre il peso fiscale?

Il riferimento di Mario Draghi è l’aggettivo “equa” riferito alla crescita. Cosa significa una riforma fiscale equa? Chi più guadagna deve pagare di più? E chi ha grandi patrimoni deve pagare di più?

La riforma fiscale crediamo sia uno dei principali banchi di prova per la capacità di mediazione e di sintesi di Mario Draghi. E siamo convinti che la sua abilità ed il suo prestigio possano concretamente permettere di raggiungere questo obiettivo.