Decreto Agosto: altro deficit ma poche idee per la ripresa

Stefano Pileri

Dopo il «Cura Italia» e il «Dl Rilancio»,  ora c’è anche il «decreto Agosto». E’ il terzo provvedimento, predisposto dal governo Conte, per fronteggiare l’emergenza economica da quando è iniziata la pandemia. Il via libera del Consiglio dei ministri è «salvo intese tecniche», come ormai consolidata tradizione. Quindi  bisognerà aspettare ancora qualche giorno o, meglio, qualche settimana per vedere come verranno declinate in concreto le varie misure annunciate. Anche perché questo governo non è nuovo a cambi in corsa.  Di certo c’è l’ammontare  della manovra messa in campo: 25 miliardi, euro più euro meno, che si vanno ad aggiungere a tutti gli altri già previsti nei mesi scorsi. Carlo Cottarelli, uno che di conti pubblici se ne intende, ha calcolato che così il deficit italiano  quest’anno arriverà a  oltre 210 miliardi, contro i 29 dell’anno scorso.  Naturale, si dirà, in un momento di crisi come questo. Vero. Ma così facendo la montagna dei nostri debiti continua a  crescere. E senza che si veda all’orizzonte nulla più che una corsa confusa agli aiuti, con il governo che, come negli altri decreti, si barcamena tra bonus  efficaci  e altri di dubbia utilità. Il tutto senza mettere in campo una strategia adeguata. Quella che invece serve adesso.
 A settembre va  presentato in Europa il piano per i primi 20 miliardi di anticipazioni degli aiuti. C’è da sperare che, come aveva chiesto il Presidente Mattarella,   arrivino proposte «concrete ed efficaci».  Non tanto per l’Europa, da cui bisognerà comunque ricevere il nulla osta, ma per il nostro malandato Paese. Che, mai come ora, ha bisogno di misure vere per la ripresa.