Bce: salvare l'economia e il nostro futuro

Augusto Schianchi

La Corte costituzionale tedesca  alla fine si è espressa. In buona sostanza: i notevoli acquisti di debito pubblico da parte della Banca centrale europea sono avvenuti in condizioni di legalità. Tali acquisti, tuttavia, devono avvenire in base al criterio di proporzionalità, nel perseguimento degli obiettivi di politica monetaria. Di conseguenza la stessa Corte impone che il governo ed il parlamento tedesco accertino che questo criterio di proporzionalità sia rispettato, affinché la politica economica e fiscale non sovrasti  la politica monetaria, che rimane un obiettivo indipendente (e tra le politiche deve esserci una relazione di proporzionalità nell’intervento di ciascuna).
Primo considerazione. E’ andata bene, perché se la Corte tedesca ne avesse dichiarato l’illegalità, la politica monetaria dell’eurozona sarebbe sprofondata in una crisi serissima, con l’apertura di una controversia legale, dall’esito imprevedibile con la Corte europea di Giustizia, che li aveva già dichiarati legali nel 2018.
Secondo. La Corte tedesca non ha trovato una violazione del principio di proibizione del finanziamento monetario del disavanzo pubblico di stati membri.
Terzo. Questa decisione non riguarda le misure eventuali di assistenza finanziaria dell’Unione europea o della Bce per la crisi in corso per il coronavirus.
Infine, e qui possono sorgere problemi, alla Banca centrale tedesca non sarà più consentito di partecipare ad acquisto di titoli pubblici, e la Bce nei prossimi 3 mesi, non avrà dimostrato di aver assolto al criterio di proporzionalità negli acquisti.
Conseguenze possibili. Il criterio della proporzionalità, contenuto nel Trattato è un criterio fondante di tutte le istituzioni europee; vuol dire che i poteri delle singole istituzioni sono limitati nella misura necessaria per raggiungere i loro specifici obiettivi; la Banca centrale europea ha l’obiettivo di controllare l’inflazione, e questo deve fare. A suo tempo però, la Corte europea di Giustizia aveva parlato di perseguire l’obiettivo in un’ottica di equilibrio, rispetto agli eventuali effetti delle politiche delle altre istituzioni, finalizzate alla crescita, all’occupazione, alla coesione sociale. Qui sta il dissenso tedesco sulla politica monetaria europea. Questo bilanciamento tra i vari obiettivi ha portato a tassi d’interesse Bce oggi negativi. Questo ha messo in crisi tutto il mondo del risparmio tedesco, dal singolo risparmiatore, dalle piccole casse di risparmio locali alle grandi banche, a tutto il mondo assicurativo. 
D’altronde, questa è una regola economica: con inflazione pari zero, se voglio provocarne il rialzo, devo indurre privati ed imprese a spendere di più per alzare la domanda totale; per farlo l’unica arma a disposizione è ridurre i tassi d’interesse, perché questa è la politica monetaria. E questo aveva scritto la Corte europea di Giustizia.
In altre parole, la Bce per equilibrare le varie politiche (ovvero le politiche fiscali pubbliche in disavanzo), ha dovuto portare in negativo i tassi d’interesse, penalizzando il mondo finanziario tedesco.
Adesso la domanda è: cosa succederà quando la crisi del Covid-19 sarà passata? Vari stati si troveranno con debiti pubblici esorbitanti, ed in quel momento l’inflazione risalirà, anche a seguito dell’immissione già avvenuta di enormi dosi di liquidità da parte della Bce per coprire le emissioni di debito pubblico. 
Di conseguenza, risaliranno i tassi d’interesse. Con i relativi oneri sul debito accumulato.
Oggi è fondamentale salvare vite e salvare l’economia, whatever it takes, ma oggi dobbiamo anche pensare a come salvare il nostro futuro.