Cosa aspettiamo?
La drammatica pandemia che sta colpendo il mondo intero ci sta insegnando alcune cose importanti, che forse dovremmo saper cogliere con maggiore convinzione.
1. La velocità con cui il virus si è diffuso e si sta diffondendo a livello planetario ci ricorda che nel nostro tempo, tempo di globalizzazione, siamo tutti interconnessi. Ciò che accade a migliaia di chilometri dalle nostre case riverbera rapidamente i suoi effetti anche da noi. Forse, in tempi recenti, non lo abbiamo potuto capire in modo così drammatico, ma anche altre crisi (per fortuna non di carattere sanitario) avrebbero dovuto insegnarci qualcosa.
2. La crisi ambientale, oltre che sociale, che stiamo vivendo trova nell’emergenza sanitaria in atto ulteriori motivi di preoccupazione, anche per le ricadute sul piano economico e sociale che questa crisi, inevitabilmente, sta producendo e produrrà nel prossimo futuro.
3. Nella situazione emergenziale in cui ci troviamo si susseguono appelli accorati volti a evidenziare l’importanza della ricerca scientifica e dell’istruzione, temi troppo spesso dimenticati dall’agenda politica e che ora vengono, a ragione, invocati come strumenti indispensabili per garantire migliori livelli di sicurezza nel futuro. Questi appelli rischiano di essere presto dimenticati se ascoltati unicamente sull’onda emotiva generata dalla gravità del momento, e se non sapremo imparare da questa lezione che tutti gli investimenti in ricerca, istruzione e formazione – sia in ambito scientifico che umanistico – sono fondamentali per favorire l’innalzamento della qualità della vita per un crescente numero di persone.
4. La discussione politica, sia a livello nazionale che internazionale, sta affrontando uno scenario inedito, per molti versi drammatico, che sta comportando la perdita di parecchie vite umane, un grande stress di tutto il sistema sanitario, una recessione ancora non quantificabile non solo in termini economici ma, soprattutto, sociali.
5. La gestione di questa crisi globale sta mettendo a nudo i problemi del mondo e la necessità, sempre più impellente, di un governo della (delle) crisi che non può più essere affrontato solo a livello locale.
Cosa aspettiamo a imparare da questa crisi che per uscirne dobbiamo ragionare secondo uno sguardo che travalica i confini locali? Come possiamo ancora pensare che strategie nazionali possano essere efficaci?
Forse la drammaticità del momento che stiamo attraversando potrà fare emergere l’intelligenza collettiva, la consapevolezza dell’urgenza di decisioni epocali che mettano da parte gli interessi locali e guardino al bene comune dell’intero pianeta, puntando a nuovi sistemi di politica sanitaria, economica, sociale e ambientale governati a livello mondiale per il bene dell’intera umanità. Confido che almeno l’Europa possa dimostrare di volersi attivare in questa direzione, altrimenti credo che possa essere il colpo mortale inferto a un’Unione già scarsamente amata dagli stessi cittadini europei.
Se così sarà, anche le vittime di questa pandemia saranno ricordate come il sacrificio che l’intera umanità avrà dovuto pagare per realizzare un mondo più giusto e più equo. Se ciò non dovesse accadere, queste vite umane lasciate sul campo saranno solo le vittime di una battaglia contro un virus che, ne sono certo, riusciremo a sconfiggere, ma che non avrà prodotto gli anticorpi necessari per una vita migliore di tutto il genere umano.