Il Pd privo di strategia: che zavorra per Bonaccini
Non bastavano i risultati delle elezioni umbre, con i relativi contraccolpi sulle possibili alleanze fra Pd e Movimento 5 Stelle. Ora Stefano Bonaccini deve fare i conti anche con le proposte di nuove tasse contenute nella manovra messa a punto dal Governo. E deve vedersela con i molti mal di pancia che ne sono seguiti, pure in Emilia Romagna, tanto che lui stesso si è fatto subito portavoce delle richieste di modifica. Nonostante ciò, come naturale, è finito nel mirino della sua sfidante, la leghista Borgonzoni. Il tutto mentre a Roma cinque stelle, renziani e dem continuano a litigare.
Si vota fra poco meno di tre mesi, ma è già iniziata la campagna elettorale per le regionali del 26 gennaio. Qui a Parma giovedì il leader della Lega Salvini ha rimarcato l’importanza della sfida: il Carroccio vede a portata di mano una storica affermazione nella regione simbolo della sinistra italiana. E’ vero, ed è sempre bene ricordarlo: è un voto amministrativo, si vota per eleggere il governatore e il consiglio regionale, si vota sul lavoro svolto e sui programmi per la Regione. Ma a nessuno sfugge il valore politico del voto di gennaio e l’importanza del risultato per il futuro del governo e del Pd. Eppure, proprio il Partito democratico pare in balia degli eventi, schiacciato tra le paure dei cinque stelle e gli attacchi di Renzi che, sulla manovra, prova a ritagliarsi un proprio spazio. I ministri dem rintuzzano gli attacchi e cercano di dimostrare senso di responsabilità. Ma Zingaretti e compagni per ora sembrano senza strategia. Un altro problema per Bonaccini: un Pd in queste condizioni per lui rischia di diventare una palla al piede.