L'Alta velocità fa bene al Pil: una fermata vale l'8-10%
Il «Sole-24 Ore» di ieri riporta uno studio dell’Università Federico II di Napoli che analizza l’impatto dell’Alta velocità sulla crescita delle città, nel corso degli ultimi 10 anni. Le città che hanno una stazione dell’Alta velocità riportano un tasso di crescita cumulato nel decennio dell’8-10%. Le restanti altre città senza Tav, lo riportano tra lo 0,4 ed il 3%. Questo risultato conferma, ancora una volta, che sono le infrastrutture che fanno da traino allo sviluppo. E non viceversa: cioè che dovrebbe essere lo sviluppo di oggi a dover supportare la creazione di una nuova infrastrutture (come ha affermato la Commissione ministeriale che si era espressa in modo contrario alla costruzione della Torino-Lione. Ma non c’è da stupirsi: a suo tempo ci furono movimenti contrari alla costruzione dell’Autostrada del Sole!)
Questa conclusione - la Tav aumenta la crescita del territorio di riferimento - conferma la solidità della richiesta da parte delle nostre autorità locali e delle associazioni di categoria per la costruzione di una fermata (leggera) anche nella nostra città.
Questa considerazione è peraltro largamente condivisa sulla base delle esperienze internazionali. La città più dinamica d’Europa, Londra, lo è perché è attraversata da 11 linee di metropolitana con 270 stazioni, interconnessa con la rete ferroviaria nelle diverse direzioni di destinazione. In aggiunta è in corso di completamento una nuova linea che attraverserà diagonalmente tutta Londra, la Queen Elizabeth Line, costata peraltro fino ad oggi oltre 20 miliardi di sterline.
In Italia, Milano è la città d’esempio, di come la combinazione di un evento internazionale, l’EXPO, e l’essere al centro di un nodo europeo di comunicazioni, l’ha portata ad essere la terza capitale europea, dopo Londra e Parigi.
Un rapido sguardo sul futuro che ci attende, una visione ormai consolidata ormai da vent’anni, conferma che la crescita del futuro sarà sempre più legata allo sviluppo delle reti. Ovviamente non solo infrastrutture di trasporti, ma (soprattutto) di reti informatiche, di cooperazione reticolare nell’innovazione, e così via. Lo slogan, il futuro è nella rete, risulta essere - pur nella sua semplicità - profondamente vero.
Le modalità future del lavoro cambieranno radicalmente, in una prospettiva d’integrazione tra reti informatiche 5G, mobilità territoriale, flessibilità di localizzazione del lavoro e intelligenza artificiale. Già oggi nelle aziende d’avanguardia sono previste giornate di lavoro da svolgere a casa. Il venerdì a Londra si lavora a casa. Nel caso di Parma, per la sua storia peculiare, oltre alle infrastrutture di trasporto, vanno aggiunti altri 2 fattori: la cultura ed il cibo (anzitutto nella sua dimensione culturale). Il patrimonio culturale di Parma ed i suoi eventi (dal Duomo e il Battistero, alla Pilotta, al Teatro Regio e i tanti altri grandi e piccoli monumenti), con la Food Valley e Cibus, se articolati in rete, ed integrato con le altre dimensioni (anzitutto turistica e formativa), potranno avere un impatto molto significativo sulla crescita della nostra comunità e territorio.
Una fermata della Tav manca a Parma, non tanto per i parmigiani, ma soprattutto per coloro che vengono da fuori, i quali, lo spazio per una sosta in visita ai tesori di Parma, ne siamo certi, se lo ritaglierebbe molto volentieri.