Rifiuti a Roma, la grande vergogna e l'inettitudine

Vittorio Testa

Puntuale come un orologio svizzero, ecco di nuovo la Capitale  sommersa dai rifiuti. Anche le  strade  del centro  percorse da Putin, per due giorni spazzate e lustre senza nemmeno un pezzetto di  carta  per terra, sono tornate a ornarsi di immondizia, per la scandalizzata felicità dei  turisti  che tornano a casa con  gli ‘’smart phone’’ carichi  di  vedute romane: il Colosseo, clik, cassonetti  sommersi di spazzatura; clik, Castel Sant’Angelo; clik, una pantegana razzolante   tra  cumuli di rifiuti; clik, ecco San Pietro; clik, non lontana dai Fori Imperiali sta  bruciando una montagna  di immondizia: questa vale un un ultimo selfie  prima di ripartire sballottati su  bus e taxi in slalom tra le tremila buche capitoline verso l’aeroporto. Che  vergogna. Questa  bruttura indegna di un paese  civile dura da decenni. Mai nessuno, né il Comune né la Regione,  è riuscito a risolvere il problema: ma nemmeno ad avviare un piano di graduale miglioramento. L’azienda  municipale del settore, (Ama), quasi ottomila dipendenti, è  sull’orlo del fallimento, come è  anche il caso della ‘’sorella’’  Atac, trasporto pubblico, con undicimila dipendenti e un deficit di un miliardo e trecento milioni di euro. Così  vanno le cose qualsiasi giunta governi l’ingovernabile Città eterna. Come ogni volta che la situazione diventa davvero preoccupante per la salute dei romani, d’improvviso irrompe l’aspirante “Deus ex machina”, in questo caso interpretato dal presidente della Regione e segretario dei Democratici, Nicola Zingaretti. 
Come? Semplice:con un’ordinanza che obbliga il Comune a risolvere la mala vicenda in sette giorni, mediante un’azione straordinaria. ‘’Voglio Roma ripulita e lucida come uno specchio” ha soggiunto Zingaretti. Cioè chiedendo l’impossibile:  manca da sempre un piano strategico che consenta a Roma di smaltire da sé stessa le tonnellate di rifiuti, la raccolta  differenziata  è un ‘flop’,  le discariche non  bastano e quelle dei comuni vicini hanno risposto picche alla manzoniana ’’grida’’ del governatore. La città spende milioni di denaro pubblico per inviare camion di spazzatura perfino a paesi del Nord Europa. Il sindaco, la signora Virginia Raggi, accusata di essere responsabile del degrado in quanto militante  ‘’grillina’’ ideologicamente contraria a discariche e inceneritori, replica  addossando la colpa a  Zingaretti: ”In sette anni non è stato capace  di fare il piano regionale  di smaltimento. Meglio fosse stato zitto’’. Ora che il caso è diventato  motivo di scontro politico  facile prevedere la  solita stagione del tutti contro tutti. Davanti a questa pervicace incapacità cronica di risolvere una situazione oltraggiosa per i cittadini e l’intero mondo,  il Consiglio della Regione Lazio e quello del Comune andrebbero sciolti per manifesta e  totale infiltrazione di inetti. Ma non è possibile. Purtroppo. Come sempre è tutto rinviato alla prossima energenza.