Occasione storica e irripetibile

Domenico Cacopardo

I Comuni d’Italia - e i sindaci che li governano - hanno un’occasione da cogliere: si chiama Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e costituisce la più rilevante occasione storica mai presentatasi per un rilancio generale che ci proietti nel secolo ventunesimo. Certo, non da soli, ma insieme alle altre istituzioni coinvolte, regioni e ministeri, ma in prima battuta soli di fronte ai 50 miliardi di euro stanziati per opere di loro competenza. 
Questa è la constatazione, asciutta - da primo “funzionario” del Paese - che Mario Draghi ha, tra l’altro, formulato a conclusione della XXXVIII assemblea dell’Anci svoltasi a Parma, nell’auditorium delle Fiere.
Senza retorica, infatti, con tono piano e periodi densi di numeri il presidente del consiglio ha ribadito i contenuti essenziali del Pnrr, tutti interessanti le comunità locali, ma specialmente i 50 miliardi di euro destinati a progetti dei Comuni e delle città metropolitane, di cui fanno parte le 159 opere di rigenerazione urbana, già avviate, nonché i piani per la sicurezza delle scuole (con 195 plessi innovativi) e per i territori montani. 
L’assemblea, apertasi con un applauditissimo intervento del Presidente della Repubblica Mattarella, aveva visto la partecipazione del governo nella sua interezza e nella sua variegata composizione: un’occasione unica per il pubblico ben attento degli amministratori locali per valutarne la qualità politica, istituzionale, burocratica. Ne è emersa, palpabile, la frattura esistente tra il paese formale, rappresentato dall’«istituzione governo», e il paese reale, quello delle persistenti inefficienze, della protesta vana (i «sabato sfascisti» nelle principali città con Trieste trasformata in «cluster»), della giustizia in crisi e dell’ordine pubblico putativo, cioè malfermo e incerto. 
Quanto ai Comuni, il bilancio della manifestazione è problematico, nel senso che, di fronte agli annosi problemi delle municipalità e all’abissale differenza tra compiti attribuiti dalla legge o esigenze dei cittadini e disponibilità di bilancio, nulla di risolutivo è emerso. Il piatto forte - come abbiamo visto - è stato costituito dal Pnrr e dalle misure connesse e, tutt’insieme, dall’eccezionale disponibilità di fondi «di scopo» che raggiungeranno gli enti municipali. 
Una disponibilità «di scopo» che è, di certo, un limite ma anche una garanzia contro gli sprechi riscontrati in tante parti d’Italia, ma soprattutto nel Sud e nelle isole che, della Nazione, costituiscono aree arretrate.
Il clima creato dai dirigenti dell’Anci (in testa il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari), da Mattarella e Draghi, fervido e di impegnato ottimismo è, in definitiva, il lascito di questa assemblea. Per il vero, l’unico. 
Sullo sfondo, nel «back-stage», rimangono gli annosi problemi cui si porrà mano - se ci sarà volontà politica - quando, superata l’emergenza pandemica e avviati a regime gli investimenti, il Paese si troverà innanzi a quelle questioni irrisolte disponendo degli strumenti finanziari e tecnologici occorrenti per porvi fine e lasciarli nell’archivio del passato.
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