POLITICA
Schieramenti fuori controllo: sarà un'estate ad alta tensione
C’è chi dice che il campo largo del centrosinistra assomigli ormai a un «campo dei miracoli». E chi, sul fronte opposto, paragona il centrodestra a un «pollaio impazzito». Si vedrà oggi come finirà l’ennesimo chiarimento della maggioranza di governo con quel che resta del Movimento 5 stelle. Ma una cosa è certa: per la politica italiana si preannuncia un’altra estate di contorsioni, che paiono destinate ad accompagnarci fino alle prossime elezioni, previste per ora in primavera. Con tutte le conseguenze immaginabili per un governo che dovrebbe occuparsi di una situazione internazionale e di una crisi economica sempre più complicate. E invece si trova a dover fare i conti con i mal di pancia e le ritorsioni di questo o quel partito.
La situazione è grigia nel centrosinistra. Certo, finora Enrico Letta ha sbagliato poco. Ha preso in mano un Pd non proprio in gran forma, logorato dagli scontri che hanno accompagnato la segreteria Zingaretti. E in questi quindici mesi ha provato a rimetterlo in carreggiata. Ha vinto le amministrative del 2021 con i sindaci di metropoli come Roma, Milano, Torino e Napoli, dove ha beneficiato delle divisioni e degli sbagli del centrodestra.
Letta è uscito bene dalla partita del Quirinale. Anche qui forse più per gli errori altrui (Salvini e Meloni) che per mosse sue, ma tanto è bastato per confermare ai loro posti Mattarella e Draghi. Infine, alle ultime Comunali, ha incassato qualche inevitabile sconfitta (Palermo e Genova) ma anche qualche vittoria importante (oltre a Parma, pesano soprattutto Piacenza e Verona). Pure in questo caso , ha beneficiato degli errori a ripetizione di Lega e Fratelli d’Italia, ma nessuno può negare che il suo bilancio sia positivo. Il problema però viene ora. Per le elezioni politiche non basta appellarsi a qualche lista civica. Se si vuole costruire il campo largo di cui parla Letta, il lavoro è ben più complicato. Basta scorrere l’elenco dei possibili alleati: Calenda, Conte, Renzi, Di Maio, Bersani. E poi magari la neonata lista rossoverde di Fratoianni e Bonelli. Metterli insieme è una bella impresa, non c’è che dire. Tanto più che non è neanche ben chiaro cosa resterà dei Cinque stelle dopo le divisioni e le polemiche degli ultimi giorni.
Nel «pollaio impazzito» del centrodestra non va molto meglio. Nonostante i sondaggi lo diano in maggioranza nel Paese, tra elezioni regionali e comunali, le sconfitte si susseguono. Ma, quel che è peggio, non si placano le divisioni e le ripicche fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. La prima ha dimostrato tutti i limiti nella gestione sul territorio del largo consenso politico che ha raccolto in questi anni di opposizione. Ma a livello nazionale continua a muoversi con una certa abilità nel suo spazio alternativo al governo e riesce sempre a tenere sotto controllo il suo partito. Ben diversa la situazione di Matteo Salvini che, ormai da qualche anno, ha perso il suo tocco magico. Non solo fa fatica nelle elezioni amministrative, manda segnali contraddittori sul governo e deve vedersela con un dissenso crescente all’interno del Carroccio. Ma, a breve, dovrà anche affrontare una riduzione dei parlamentari che sarà inevitabile fra taglio dei seggi e crescita di Fratelli d'Italia. Resta poi Berlusconi che deve fare i conti non solo con l’età, ma anche con le difficoltà nel tenere insieme la coalizione e pure quel che resta della sua Forza Italia. Nonostante tutti questi problemi, il centrodestra può comunque contare su sondaggi che restano ampiamente favorevoli, visti i problemi degli avversari. Ma - è bene ricordarselo - i sondaggi cambiano velocemente. E, all’orizzonte, rischia di rispuntare un riforma proporzionale che farebbe deflagrare entrambi gli schieramenti.