Editoriale
I rischi per l'economia: come affrontarli
La fine del mese di agosto è stata caratterizzata da un forte incremento del costo dell’energia dovuto all’eccezionale rincaro verificatosi nel prezzo del gas naturale. Come è stato giustamente evidenziato nel dibattito pubblico degli ultimi giorni, gli effetti dell’incremento registrato, nonché del suo possibile perdurare o perfino aggravarsi nelle prossime settimane, determinano uno scenario particolarmente difficile per la nostra economia. Un forte segnale di allarme è già stato lanciato dalle imprese che hanno, a più voci, evidenziato, nei giorni scorsi, come l’incremento dei costi che stanno subendo non sia sostenibile e rischi di determinare non solo un aumento dei prezzi dei prodotti finali ma anche una significativa riduzione della produzione. Anche le famiglie, peraltro, inizieranno presto a sentire gli effetti di quanto sta avvenendo sia per l’influenza diretta del costo del gas sui prezzi di alcuni beni (ad esempio ai servizi connessi ad alcune utenze domestiche) sia per quelli indiretti sui prezzi degli altri beni, derivanti dalle conseguenze appena descritte sull’attività produttiva.
Si tratta, in sintesi, di quello che gli economisti chiamano uno choc negativo sull’offerta, il cui effetto congiunto è una accelerazione dell’inflazione che si accompagna ad una fase di stagnazione o persino di recessione, e che potrebbe, per la sua portata, avere effetti sociali molto rilevanti. Di fronte allo scenario appena descritto si levano in questi giorni molte richieste di un intervento pubblico a riduzione dei costi sostenuti da famiglie e imprese e/o a sostegno di quelle che dovessero trovarsi in difficoltà. È opportuno, a questo proposito, sottolineare, innanzitutto, che un intervento è necessario e ci sarà. Di fronte ad uno choc di portata sconvolgente la politica economica deve essere attivata per prevenire danni strutturali all’economia e al tessuto sociale, che avrebbero gravi conseguenze anche nel lungo periodo.
È importante, però, d’altra parte, evidenziare anche che l’intervento che sarà attuato dovrà collocarsi necessariamente all’interno di confini ben definiti. Innanzitutto, un intervento a sostegno di famiglie e imprese, pur potendo riguardare anche diversi mesi, non potrà che costituire una soluzione temporanea al problema del costo dell’energia. Il Governo Draghi ha ottimamente attuato, nei mesi passati, diversi interventi volti ad una diversificazione delle nostre fonti di approvvigionamento energetico. Solo proseguendo con interventi di questo tipo ed affiancandoli con azioni che incrementino la nostra produzione interna si potranno trovare soluzioni che stabilizzino strutturalmente il prezzo dell’energia.
Secondariamente, a prescindere dalla sua portata, l’intervento che verrà attuato dovrà essere chiaramente finalizzato all’azione di contrasto degli effetti dell’incremento del costo dell’energia ed evitare di dare il messaggio che il nostro Paese stia perdendo il controllo sulla dinamica del bilancio dello Stato. Azioni che indicassero un abbandono della dovuta attenzione ai nostri conti pubblici genererebbero, infatti, un segnale che non possiamo permetterci di mandare, per non rischiare una possibile fibrillazione dei mercati sui nostri titoli di Stato, i cui effetti potrebbero essere incontrollabili.
Qualunque intervento, infine, dovrà avvenire in accordo, o comunque almeno non in contrasto, con le istituzioni europee. In questo senso, è opportuno evidenziare come i problemi connessi al rincaro del prezzo dell’energia abbiano una dimensione che supera il singolo paese e riguarda tutta l’Europa. Proprio in questa logica, sarebbe anche di grande importanza l’attuazione di una strategia unitaria per fronteggiare la crisi da parte di tutti i Paesi che ne sono colpiti. Durante la pandemia l’Unione Europea è riuscita a dare una risposta comune che ha portato alla creazione del Recovery Fund. Riuscire a trovare, almeno con riferimento ad alcuni interventi, una analoga unità sarebbe fondamentale anche oggi per aumentare l’efficacia delle politiche attuate.