BOLOGNA
La Perla Manufacturing, dichiarato lo stato d'insolvenza
Per i giudici, "azienda non gestita correttamente"
Il tribunale di Bologna ha dichiarato lo stato di insolvenza de La Perla Manufacturing Srl, nominando commissari giudiziali gli avvocati Francesco Paolo Bello, Francesca Pace e Gianluca Giorgi e trasferendo loro la gestione dell’impresa. Il giudice delegato è Maurizio Atzori. Per le sarte della storica azienda bolognese di lingerie di lusso è una svolta attesa, grazie a una sentenza che va al di là delle aspettative: il trasferimento della gestione ai commissari non è usuale e ha come conseguenza l’uscita di scena del fondo Tennor, guidato dal controverso finanziere Lars Windhorst che aveva rilevato La Perla nel 2018.
La sentenza emessa in Camera di consiglio segue di pochi giorni l’apertura della liquidazione giudiziale per La Perla Global Management Uk, la società di diritto britannico (ma dipendenti quasi tutte italiane) proprietaria del marchio e di tutte le aziende del gruppo. Con l’addio di Tennor finisce un’epoca lunga sei anni, che ha portato un marchio storico sull'orlo del baratro, a colpi di riduzioni d’organico e di spettacolari rossi di bilancio del gruppo.
«Appare evidente che l’impresa La Perla Manufacturing non è stata gestita, almeno negli ultimi anni della sua vita in bonis, in maniera corretta e proficua», scrivono i giudici, motivando la decisione di affidare gestione dell’azienda ai tre commissari. D’altronde già il 19 dicembre era stato disposto il sequestro dell’azienda per «evitare che nel corso del procedimento si verificassero alterazioni sensibili nel patrimonio del debitore». Con la sentenza di oggi si apre la fase di osservazione, che dovrebbe durare indicativamente un mese: al termine i commissari giudiziali, che sono stati individuati dal Mimit, si esprimeranno a favore dell’amministrazione straordinaria o della liquidazione giudiziale. Il loro parere sarà seguito da quello del ministero e poi dalla decisione del Tribunale.
Da capire cosa succederà con la società inglese, in liquidazione in due Paesi: un inedito da dopo la Brexit, che vede i curatori italiani Luca Mandrioli e Andrea Monari impegnati in una corrispondenza coi colleghi inglesi per cercare di sbrogliare la matassa. Un’ipotesi, se partirà l'amministrazione straordinaria per la Manufacturing, è che la procedura possa attrarre anche quella dell’azienda inglese, ma la situazione è in alto mare e non è escluso che per trovare un accordo con la parte inglese debbano muoversi i governi.
Intanto oggi si è tenuta un’assemblea delle dipendenti, 220 per La Perla Manufacturing a cui si aggiungono le 70 de La Perla Global Management Uk e le oltre venti de La Perla Italia (i negozi). Sul tavolo anche la questione degli ammortizzatori sociali, visto che le dipendenti delle due società maggiori sono senza stipendio da ottobre. Una mensilità in meno hanno perso le dipendenti de La Perla Italia, per la quale nelle prossime ore i legali dei sindacati depositeranno una nuova istanza di insolvenza sulla scia di quanto fatto con le altre due aziende. «È ancora un provvedimento interlocutorio, ma di certo è un passo avanti per una soluzione. Dobbiamo cercare di riuscire ad attivare gli ammortizzatori sociali, o il Mimit si impegna ad accelerare i tempi oppure è un problema», l’auspicio dell’avvocato Bruno Laudi, che assiste la Filctem Cgil. Stesso concetto espresso da Mariangela Occhiali, funzionaria della Uiltec Uil, che parla di «moderata soddisfazione».