REGIONE
L'assessore Fabi: 'Parole inqualificabili dal consigliere FdI Bocchi'
Regione Emilia Romagna: 'da Pro Vita violenza verso le donne sulla RU486'
«I toni allarmistici usati nella campagna di affissione promossa dall’associazione Pro Vita Famiglia Onlus rappresentano una forma di violenza psicologica e morale nei confronti delle donne. Si tratta di un messaggio teso unicamente a incutere timore su una procedura medica sicura, certificata e sempre più diffusa». Lo afferma, in una nota, l'assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna Massimo Fabi. Il riferimento è a una campagna di affissioni avviata dall’associazione, che mette in risalto gli effetti collaterali della pillola RU486. «La pillola RU486, utilizzata per l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, è impiegata da oltre trent'anni in tutto il mondo e gode di una letteratura scientifica vasta e solida, che ne certifica efficacia, sicurezza e accettabilità», ricorda Fabi, che sottolinea come «nel 97,2% dei casi non ci sono state complicanze, mentre solo una minima parte delle donne ha riportato lievi effetti collaterali». Proprio in virtù della sua sicurezza, la Regione ha esteso a ottobre 2024 il percorso di assunzione domiciliare della RU486.
Fabi, ricordando come «la competenza in materia di affissioni sia esclusivamente comunale», ribadisce «la totale infondatezza scientifica e la pericolosità sociale della campagna contestata».
L’assessore replica poi a Priamo Bocchi, il consigliere regionale di FdI che in aula martedì ha detto che con la RU486 «si consente a una donna di abortire da sola nel bagno di casa, espellendo il feto e tirando lo sciacquone": Fabi le definisce «parole inqualificabili, volgari e indegne nei confronti non solo della procedura sanitaria, ma soprattutto delle donne che, con consapevolezza e dolore, si trovano a dover affrontare una scelta difficile. Non è accettabile che il dibattito politico su temi così delicati venga avvelenato da toni ideologici, disinformazione e giudizi moralistici».