In Unione europea monta la protesta per insulti di Vucic ai Verdi europei

BRUXELLES - In Europa sale l'irritazione per gli insulti rivolti dal presidente serbo Aleksandar Vučić a una delegazione dei Verdi europei recatasi in visita in Serbia la scorsa settimana per esprimere solidarietà ai manifestanti e al Fronte Verde-Sinistra, partito serbo membro del partito Verde europeo. In un discorso televisivo trasmesso a tarda notte, Vučić ha definito "feccia" l'eurodeputato Rasmus Nordqvist e la co-presidente del partito Verde europeo Vula Tsetsi, minacciando di perseguirli penalmente. 

"Uno sviluppo profondamente preoccupante" scrivono i Verdi in una lettera indirizzata ai vertici europei - la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, del Consiglio europeo, Antonio Costa e del Parlamento europeo, Roberta Metsola. "Questi insulti personali, le minacce di procedimenti giudiziari e la disinformazione da parte del capo di Stato di un Paese candidato all'Ue vanno ben oltre il disaccordo politico. Sono un attacco alla stessa democrazia europea, alle libertà civili in Serbia e alla famiglia politica europea" si legge ancora nella lettera, in cui si chiede ai vertici Ue di "condannare pubblicamente" quanto accaduto, di "monitorare da vicino e con urgenza la situazione in Serbia" e di "ribadire che i Paesi candidati devono rispettare i più alti standard democratici".

Sul caso è intervenuta da Vienna anche la commissaria Ue all'Allargamento Marta Kos. "A Belgrado abbiamo un problema", ha detto la slovena. "Quando i membri del Parlamento europeo vengono definiti feccia, ciò rivela una comprensione discutibile della democrazia", ha dichiarato Kos, avvertendo che "le dichiarazioni contro l'Ue del presidente Vučić e della presidente del Parlamento Brnabić non miglioreranno la reputazione della Serbia in Europa". 

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