Valentini: "Sul digitale serve semplificazione a sostegno dell'innovazione"
BRUXELLES - "Il messaggio dell'Italia è chiaro: meno complessità normativa, più chiarezza e coerenza, e un uso intelligente del digitale per ridurre gli oneri, non per crearne di nuovi. Solo così il quadro regolatorio europeo potrà sostenere davvero l'innovazione, la competitività e la capacità delle nostre imprese di crescere in un mercato digitale che sia, al tempo stesso, sicuro, aperto e pienamente integrato." Lo ha detto il viceministro alle Imprese e al Made in Italy, Valentino Valentini, intervenendo al Consiglio Ue Telecom.
"L'Italia guarda con grande interesse al Fitness Check del Digital Acquis, perché è un passaggio decisivo per coniugare ambizione regolatoria e competitività. Oggi il digitale, per le imprese - e in particolare per le Pmi - è ancora troppo spesso sinonimo di oneri amministrativi, frammentazione e incertezza. Se vogliamo che il mercato unico digitale sia un fattore di crescita e non di complessità, dobbiamo agire lungo due direttrici strettamente collegate: semplificazione del quadro normativo e pieno utilizzo degli strumenti digitali a supporto dell'attuazione", ha spiegato Valentini.
"Sul primo versante, la priorità è rendere il quadro più coerente, semplice e leggibile. I grandi atti orizzontali - dal Digital Services Act al Digital Markets Act, dal Data Act all'AI Act, fino al Cyber Resilience Act e alla NIS2 - devono funzionare come un sistema unico, non come strati regolatori che si sovrappongono. Per questo l'Italia sostiene un'azione di razionalizzazione, in linea con il pacchetto "Digital Omnibus", per eliminare duplicazioni di obblighi, alleggerire le procedure di autorizzazione e compliance, chiarire definizioni e soglie di applicazione. In questa prospettiva, il principio "one in, one out", applicato con intelligenza, è uno strumento utile per mantenere un impianto normativo leggero, proporzionato e prevedibile", ha proseguito il rappresentante del governo italiano.
"Serve inoltre una revisione profonda dell'interpretazione della disciplina sui dati personali: il GDPR nasce per favorire la circolazione sicura dei dati, non per bloccarla; occorre quindi chiarire le disposizioni e allineare le prassi delle autorità nazionali, così da rimuovere incertezze e frenate ingiustificate. Ma la semplificazione non può essere solo giuridica, deve essere anche operativa. Qui entrano in gioco gli strumenti digitali. L'Italia sostiene la creazione e l'uso di piattaforme digitali comuni, interoperabili a livello europeo, per notifiche, scambio di informazioni e coordinamento tra autorità nazionali, in modo da ridurre gli oneri ripetitivi per imprese e amministrazioni", ha sottolineato Valentini nel suo intervento in sessione pubblica alla riunione di Bruxelles.
"Occorre standardizzare modelli, formati e procedure - per la compliance, le segnalazioni, le richieste di chiarimento - e accompagnare questo sforzo con formazione e assistenza tecnica, soprattutto alle Pmi. Allo stesso tempo, è essenziale promuovere l'adozione di strumenti di intelligenza artificiale "responsabile" nell'attività amministrativa: soluzioni che velocizzino l'istruttoria e i controlli, ma sotto una chiara governance umana e con piena trasparenza delle decisioni. In questa direzione va anche il lavoro che l'Italia sta portando avanti, con piattaforme software pubbliche, licenze aperte e una visione di lungo periodo verso ambienti digitali più unificati", ha concluso.
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