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Dal 08 giugno 2014 - 21:30
Al 08 giugno 2014 - 23:59
E 'felice e non si vergogna di dirlo. Di cantarlo. E' la legge delle montagne russe della vita, dopo le salite arrivano le discese, a ridare fiato ai polmoni e forza alle gambe. Danilo Sacco torna a sorridere (e a voler far sorridere), complice l'amore. Per la copertina di «Minoranza rumorosa», il nuovo disco che sarà in vendita dal 10 giugno, ha scelto un simbolico aereo bombardiere che lancia fiori colorati. La prova del nove arriverà domenica quando l'ex «nomade» insieme a Flaco Biondini sarà ospite della rassegna «Musica in Castello» nella tappa di Roccabianca (Arena del Sole, ore 21.30 ingresso gratuito) con «Nuvole a vapore...», florilegio di canzoni di Guccini, Daolio, Bertoli e altri. E' da lì che partiamo.
Danilo Sacco, «Nuvole a vapore» che spettacolo sarà?
«Sarò sul palcoscenico con Flaco, un mostro sacro della chitarra. Faremo una cosa particolare che ho piacere che il pubblico senta. Proporremo uno spettacolo a due, cantando insieme. Rivedremo i brani di Francesco (Guccini) ma stiamo pensando anche ai cubani Pablo Milanès, Carlos Puebla, un'incursione nell'anima del sud del mondo»
Flaco, chitarrista d'elezione di Guccini, è un passepartout perfetto: vive a Parma da tantissimi anni ma è argentino
«Come no. Ci conosciamo dagli anni '90-'91. E ogni volta che possiamo fare qualcosa insieme è sempre un grande piacere»
Nel 1993 sei diventato il cantante dei Nomadi, sostituendo Augusto Daolio. Un'esperienza che ha segnato la tua carriera
«Sì, senz'altro. Io ero giovane, essere catapultato in un sistema perfetto, in una leggenda, era tremendamente stimolante ma non nascondo che i primi tempi sono stati difficili. Non volevo imitare un'icona come Augusto. E' stata una scommessa. E' andata bene ma qualche timore l'ho avuto»
Hai lasciato dopo 18 anni, anche per problemi di salute
«Sono stato costretto a rallentare. All'interno di un gruppo così consolidato, il lavoro era sempre al massimo, non potevo più tenere quel ritmo. E non volevo condizionare gli altri, mi sarei sentito un peso. Semplicemente ne ho parlato. E' stata una scelta sofferta ma, alla fine, giusta».
Siete rimasti in buoni rapporti coi Nomadi, vi sentite?
«Mi sento regolarmente solo con uno di loro. Si è persa la quotidianità, purtroppo. Ho cambiato proprio vita, anche personale, non vivo più in Piemonte ma in Abruzzo»
Per ragioni affettive?
«Sì, ho incontrato Chiara, una ragazza meravigliosa che mi ha salvato la vita. Senza di lei non ce l'avrei fatta. Entrambi venivamo da esperienze difficili. Quando fai la vita del musicista, ritrovare la quotidianità di una famiglia, avere un punto di riferimento serio, ti salva la pelle».
Così è arrivata anche la voglia del nuovo disco «Minoranza rumorosa»
«Ho scritto io tutti i testi; le musiche insieme a Andrea Mei e Valerio Giambelli. La produzione è di Davide Tagliapietra, figlio di Aldo, amico e produttore straordinario. Abbiamo semplicemente raccolto storie vere, creato una specie di quotidiano, uno spaccato della vita. Ogni storia, a suo modo, è di buon auspicio. Chi fa il mio lavoro deve raccontare belle storie, che indichino che, in fondo, un mondo migliore è possibile»
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