Dal 20 sab settembre 18:00
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Dal 03 luglio 2014 - 21:30
Al 03 luglio 2014 - 23:00
Gli stravaganti personaggi di Enzo Jannacci reinterpretati da Moni Ovadia: il nuovo spettacolo della Fondazione Toscanini «Il nostro Enzo» va in scena all’Auditorium Paganini di Parma, stasera alle 21.30. L’appuntamento inserito nella rassegna «Stelle Vaganti» vedrà la Filarmonica Toscanini diretta da Alessandro Nidi, compositore, direttore d’orchestra e pianista parmigiano che ha curato gli arrangiamenti delle canzoni di Jannacci. Parliamo con lui dello spettacolo e dei suoi progetti.
Cosa rappresenta per lei Jannacci?
«Jannacci è un punto di riferimento importante: pur parlando della vita quotidiana di personaggi poveri e fragili, riesce a raccontare storie straordinarie, perché le racconta in maniera folle. Un dono che ha avuto lui e credo nessun altro».
Quanto cambia Jannacci riarrangiato per grande orchestra?
«Cambia molto, ma secondo me trasformare queste canzoni è un obbligo, per il rispetto che ho per quest’autore (è inutile e impensabile cercare di fare le cose come le faceva lui), e anche perché credo sia indispensabile, per chi fa musica, riportare le proprie sensazioni su quanto si fa. Si tratta di arrangiamenti sinfonici: se la musica si avvicina al jazz o se uso schemi musicali prestabiliti (come, per esempio, un sirtaki greco), lo faccio per raccontare meglio una storia. Le scelte musicali sono molto legate alle parole».
Cosa pensa dell’incontro di Moni Ovadia con l’arte di Jannacci?
«Quando si è trattato di fare le canzoni di Jannacci con una voce maschile ho subito pensato a Moni Ovadia, per la sua capacità di essere sempre se stesso e anche perché è milanese in maniera straordinaria. Pur essendo nato in Bulgaria, abita a Milano da quando era un bambino, conosce il dialetto e ha conosciuto direttamente i personaggi che Jannacci racconta».
Lei ha iniziato a collaborare con la Fondazione Toscanini nel 1985, quando è arrivato finalista al concorso di direzione d’orchestra. Quali sono i progetti realizzati con la Fondazione cui è più affezionato?
«”Genesi” di Franco Battiato (che diresse in prima mondiale al Regio nel 1987, ndr) è stato uno dei miei primi lavori che poi mi ha portato a collaborare per molti anni con Battiato e il suo staff. Da lì in avanti il mio lavoro con la Fondazione Toscanini è sempre stato caratterizzato dall’unione di diversi generi musicali. Mi piace ricordare per esempio ‘Bolero – canzoni d’amore’, spettacolo con Michele Pertusi e Mascia Foschi, di cui abbiamo realizzato il disco. E amo molto il progetto Educational, in cui insegno ai bambini a dirigere l’orchestra».
Tra le sue composizioni, l’oratorio «A piedi scalzi» dedicato a Edith Stein, ha avuto un grande successo...
«È una composizione particolare, nata per approfondire la vita di questa donna. La creazione è stata molto difficile poi però, una volta terminata, nel rapporto con gli esecutori e con il coro è nata una magia. Ora è eseguita quasi tutti gli anni».
Quali i suoi progetti futuri?
«Con Giampiero Pizzol, autore dei testi di ‘A piedi scalzi’, stiamo lavorando a una composizione su Santa Teresa d’Avila. Sono inoltre nella direzione artistica del Teatro Nuovo di Salsomaggiore dove abbiamo alcuni progetti molto interessanti. Infine sto preparando uno spettacolo su Gabriel Garcia Marquez con l’attrice Laura Marinoni».
I biglietti per il concerto di stasera sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio di Parma e, a partire dalle 20, alla Biglietteria dell’Auditorium. Info: tel. 0521 200145.
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