Dal 20 sab settembre 18:00
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Dal 11 aprile 2014 - 21:00
Al 11 aprile 2014 - 23:00
I Motus approdano alla «Tempesta» di Shakespeare per affermare la loro idea di teatro che «li scaglia dentro i punti caldi del pianeta, per accumulare energie necessarie a vivere». Va in scena venerdì 11 aprile al Teatro al Parco di Parma «Nella tempesta», spettacolo conclusivo della stagione 2013/2014 del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti (ore 21, dopo lo spettacolo la Compagnia incontra il pubblico). L'ideazione e regia sono di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò che firma anche la drammaturgia, gli interpreti Silvia Calderoni, Glen Çaçi, Ilenia Caleo, Fortunato Leccese, Paola Stella Minni.
La prima novità è la scenografia, fatta di coperte che gli spettatori stessi sono invitati a portare da casa, e che a fine spettacolo verranno donate a Ciac, onlus parmigiana che si occupa di immigrazione e cooperazione internazionale. Qual è, si sono chiesti i Motus, il primo rifugio per un corpo indifeso dopo una tempesta? Una coperta. «Abbiamo così individuato “la scenografia”: solo coperte che recuperiamo sul luogo della rappresentazione. Non vogliamo più sprecare denaro in “scenografie morte” ma lavorare con materiali che possano poi essere donati». Centrale, in questa lettura della «Tempesta», è la domanda sul potere e la perdita di controllo: chi può governare? O meglio, la sovranità è necessaria? E' forse più importante costruire insieme, spiegano, «per meglio contrastare nuovi tumulti, più livelli di scompiglio e tante altre tempeste, sia sul piano individuale che di sistema». La tempesta e la navigazione evocano immagini di marginalizzazione o rimozione, così l'attenzione si è focalizzata sulle carrette del mare cariche di migranti che oggi vanno alla deriva sull’isola di Lampedusa. «Il nostro viaggio è allora partito da Tunisi a Lampedusa - continuano - all’ascolto di racconti di viaggi lunghissimi cominciati in Africa subsahariana, della disumana detenzione in Libia Di sogni e speranze verso un mondo nuovo». La drammaturgia si spezza su più fronti. Lo studio dei meccanismi del «controllo dei corpi» li ha sospinti a sottrarre il personaggio di Prospero dalla scena per collocarlo invisibilmente dietro al monitor di una camera di sorveglianza, o un faro cerca-persone. Calibano diventa la voce del desiderio di rivalsa espresso dalla rabbiosa poesia del martinicano Aimé Césaire, scelta come contro-testo, che, con «Une tempête», sposta il baricentro in Africa e accomuna Calibano a Malcom X.
Biglietti in vendita alla Libreria Feltrinelli di via Farini e al Teatro al Parco. Informazioni www.solaresdellearti.it.
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