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Sabato 06 Settembre 2025


Cosa si nasconde tra «Le nuvole»? Verità e menzogna

Cosa si nasconde tra «Le nuvole»? Verità e menzogna
Torna il classico di Aristofane: prese di mira le falsità delle «armi di distrazione di massa»

Ancora una commedia classica e ancora Aristofane per l’Ensemble Stabile Attori di Fondazione Teatro Due, che prosegue il confronto con il padre del teatro occidentale per interrogare il passato e scandagliare il presente: torna sul palco del Teatro Due «Le nuvole», sabato 14 marzo alle 21, diretto e interpretato dall’Ensemble Stabile Attori di Teatro Due, composto da Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Gigi Dall’Aglio, Luca Nucera, Tania Rocchetta, Marcello Vazzoler, in una produzione di Fondazione Teatro Due, con le musiche di Alessandro Nidi, i costumi di Emanuela Dall’Aglio e le luci di Luca Bronzo.
Con la cultura si mangia? E’ la domanda degli ultimi anni, con cui la riflessione politica sul ruolo del pensiero, dell’arte e dell’intelletto nella nostra società, in questo momento di difficile crisi economica e sociale, ha raggiunto il livello più infimo. E sta anche all’arte e alla cultura stesse, affermarsi, riscattarsi, con forza e quando possibile con ironia e leggerezza. L’Ensemble di Teatro Due porta avanti con consapevolezza e passione il proprio ruolo e lo fa anche attraverso la voce di autori del passato, perché ieri come oggi la cultura è stata attaccata dalla politica, dal potere, e ieri come oggi l’arte rimane un fattore di benessere sociale. Ne «Le rane» ci s’interrogava sulla funzione salvifica dell’arte e della poesia nella vita della polis; ora «Le nuvole» segnano un nuovo passo nel repertorio dell’Ensemble basato sui classici
Qui il bersaglio satirico esplicito di Aristofane è l’arte oratoria e dialettica socratica e sofistica, con i suoi strumenti di convincimento e seduzione; ma quelli di cui ci si prende gioco ora sono più in generale i fabbricanti di verità, quelli che inducono l’uomo medio a fare, pensare, credere quello che desiderano. E in questa riflessione ironica e divertente sulle armi di persuasione di massa, sulla forza che le parole acquistano quando volte a fini non meritevoli, l’Ensemble conduce il pubblico in un percorso “on the road” verso la verità, che scopriremo mutevole e soggettiva. In scena giunge un carrozzone di comici, che catturerà il pubblico in un gioco meta-teatrale, in cui ciascun personaggio per essere vero, è falso: in fondo si è nel luogo della menzogna necessaria, della falsità per eccellenza, il teatro, in cui la verità diviene più vera del vero.
La scena è lo specchio della platea; gli attori sono lo specchio del pubblico, cantano i guitti dal palco, e ancora una volta la città è interpellata, invitata a riflettere su cosa sia questa strana cosa chiamata pensiero, chiamata desiderio… r. s.

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