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Sabato 06 Settembre 2025


Gabetti "A passo leggero" con Rizzolatti e Molossi

Gabetti "A passo leggero" con Rizzolatti e Molossi

E'insita in noi, «distribuita» naturalmente e democraticamente alla nascita, l'empatia, la capacità di «sentire» gli altri. Ma ad affacciarsi quotidianamente sull'individualismo e su una connessione quasi solo tecnologica, può venire il dubbio che oggi e nel futuro una società empatica sia solo un sogno. Per le sue domande (e le sue speranze) Cristina Gabetti - giornalista, scrittrice, ideatrice e volto della rubrica di Striscia la Notizia «Occhio allo spreco» - ha chiesto alla scienza. E la riposta – «La nostra società ne ha bisogno come nessuna prima: con l'aumento della tecnologia è aumentata la possibilità di nuocere al prossimo» - è arrivata proprio dal papà dei neuroni specchio, il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti. Empatia fra le persone, empatia per il pianeta, effetti delle nuove tecnologie, potere della gentilezza: la conversazione della Gabetti con il Brain Prize 2014 parmigiano è il cuore (e non è un caso) di «A passo leggero», che sarà presentato martedì alle 18 alla Feltrinelli di via Farini dal direttore della Gazzetta di Parma Giuliano Molossi e dallo stesso Rizzolatti.
Il libro - bellissime le illustrazioni di Ramuntcho Matta - raccoglie l'eredità dell'omonima rubrica estiva firmata per il Corriere della Sera, e vi aggiunge voci, esperienze, domande su cui riflettere, dimostrazioni di come piccoli gesti possano tradursi in grandi, salutari, etiche abitudini. Per sé, per la Terra, per gli altri, per il futuro. Partendo dalla propria vita, dai propri incontri, dalle battaglie a tema ambiente e anche dalle sfide (tra rabbia, orgoglio, inquietudine e piacevole sorpresa) di madre di figli 2.0 e connessi, la Gabetti offre un campionario di «esercizi di introspezione e circospezione» - come recita il sottotitolo – per riattivare la comunicazione fra il dentro e il fuori di noi, natura in primis.
I capitoli sono ritmi (interiori ed esteriori) di passo: brioso, sensuale, sostenuto e sostenibile, gustoso, quantico... Da infilare uno dietro l'altro in libertà, ascoltando l'umore e considerando inizio e fine «rilegati», come puramente convenzionali. Si trovano i consigli facili che fanno la differenza per l'ambiente: quelle «passeggiate verticali» che evitano l'utilizzo degli ascensori, quei portacenere da borsetta che riducono la marea di accendini di plastica persi in 24 ore, non riciclabili e (per questo) infestanti, la sfida della raccolta dell'acqua piovana. Si sorride (amaro) con la catalogazione degli stili dei lanciatori di cicche di sigaretta: lancio corto d'angolo sotto la macchina, rovesciata alla cieca del tipo dove-capita-capita, lancio sottomano con abbrivio per centrare la pozzanghera.
Ci si trova a ragionare sui paradossi (apparenti): «La frutta? E' il fast food per eccellenza: se non la mangi in fretta deperisce». E i campi a perdere: quelli coltivati e lasciati agli animali selvatici, «in cui ci guadagnano tutti». Ci sono gli esempi di come la gentilezza e l'esempio, appunto, diano buoni frutti. Ci sono le testimonianze.
L'amico pubblicitario che ha cambiato vita, è diventato yogi e ora si dedica (anche) a produrre «Santa Pasta» («e che bio ce la mandi buona»). La voce accorata di Giulia Maria Crespi, la 91enne simbolo del Fai, che non ha paura ad ammettere di avere cambiato tardi la sua visione: «Ha senso disperarsi se la Reggia di Carditello viene comprata dallo Stato, quando nella zona ci sono tre discariche accanto alle quali si coltivano i pomodori che magari si mandano anche ai supermercati?». Lei che sente i bambini di città chiedere se le mucche fanno le uova e sbotta, grintosa: «A breve arriverà l'Expo. Parliamo di nutrire il pianeta, ma cominciamo a nutrire meglio i dintorni di Milano e la mente dei suoi abitanti!». C'è l'invito a ritrovare le sensazioni corporee date da una camminata a piedi nudi e dal tocco di un massaggio, e a riprendersi il tempo per essere spettatori: della potenza di un acquazzone, delle forme delle foglie d'autunno, della vita «segreta» delle nostre città. «Basta mettersi in movimento con 5 minuti di anticipo per mettersi in comunicazione, notare suoni, profumi, particolari». Non c'è, invece, l'elogio del passato in contrapposizione col futuro; non c'è la demonizzazione dei bit rispetto alle tradizioni. Piuttosto c'è la voglia di trovare la strada - quotidiana, praticabile da ciascuno - per partecipare a uno sviluppo sostenibile in cui la tecnologia sia sorella e non matrigna. O Grande Madre. Un sapere diffuso e accessibile fa parte della sfida: così tanto che il libro sostiene Wikipedia. A passo leggero.?
A passo leggero - di Cristina Gabetti
Bompiani, pag. 214, 16,00

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