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Parma -

Sabato 06 Settembre 2025


Orson Welles, il genio e l'outsider

Orson Welles, il genio e l'outsider

«Ci sono tre cose, nella vita, che non sopporto: il caffè bollente, lo Champagne tiepido e le donne fredde». A cent’anni dalla nascita (6 maggio 1915 - 10 ottobre 1985), Orson Welles resta un mistero. Il mistero di un ragazzo prodigio che esordì a 25 anni con un capolavoro come «Quarto potere», profetico pamphlet sul futuro della comunicazione di massa, la perversione mediatica, l’ipotesi dei social network, e poi si perse in un tragitto di comparsate sconvenienti. Un artista moderno, irriverente, dall’umorismo leggendario, che il 30 ottobre 1938, dai microfoni della Cbs, trasformò l’adattamento radiofonico della «Guerra dei mondi» in una cronaca in diretta sull’invasione dei marziani, e mezza America ne fu sconvolta e poi sollevata quando s’accorse che Orson il burlone stava solo scherzando.
Senza pretendere di svelare questo mistero, ma per dialogare intorno ai mille risvolti della vita e dell’arte di questo straordinario regista, attore e uomo di cultura e spettacolo, oggi alle 17 nella Sala dei Concerti della Casa della Musica si terrà un incontro, a ingresso liberamente aperto a tutti gli interessati, dal titolo “Orson Welles: il genio outsider. Omaggio a cent’anni dalla nascita”. L’incontro sarà condotto da Vincenzo Raffaele Segreto, della Casa della Musica, che coinvolgerà in un dialogo che vuole avere un profilo eminentemente divulgativo e comunicativo Roberto Campari, dell’Università degli Studi di Parma, e Andrea Morini, responsabile programmazione Cinema Lumière per la Fondazione Cineteca di Bologna.
«Orson Welles - ha scritto Paolo Baldini - è stato il paradigma dell’eccesso. Di genio, curiosità, opulenza, forza vitale, passione. Cercò di addentare il meglio della vita e fu, a stagioni, un vitellone alla Fellini, un playboy, un maestro del nuovo cinema. Stakanovista, perfezionista, capace di montaggi acrobatici e piani sequenza da vertigine: la parte iniziale de «L’infernale Quinlan» è materia di studio nelle scuole di cinema. Fu aspro contro lo star-system che ne rinnegò, per punizione, il talento irregolare e ingovernabile fino ad esiliarlo in Europa».
A lui la Casa della Musica ha dedicato quest’anno una rassegna che comprendeva le versioni cinematografiche dei tre capolavori shakespeariani «Macbeth», «Othello», Falstaff» che Giuseppe Verdi aveva messo in musica, oltre al «making of» di «Othello»: questo incontro è dunque la conclusione di un significativo, doveroso percorso di omaggio a uno dei più grandi artisti-creatori del Novecento.

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