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Dal 29 aprile 2015 - 20:00
Al 29 aprile 2015 - 23:00
Sanno di avere una voce in capitolo nel mondo degli adulti, hanno le loro idee e come tali vanno rispettati e presi in considerazione. Amore, sessualità, vita, morte, dubbi, religione raccontati attraverso gli occhi, i volti e le voci di 39 bambini tra i 9 e i 13 anni.
Temi come solidarietà, fantasia, futuro sono al centro del nuovo lungometraggio di Walter Veltroni «I bambini sanno» da ieri nelle sale italiane distribuito da Bim e in prima tv su Sky Cinema il prossimo settembre. Valter Weltroni sarà a Parma, al cinema D'Azeglio, mercoledì prossimo alle ore 20 per presentare il suo lavoro. Il regista, intervistato dal giornalista e critico cinematografico Filiberto Molossi, esporrà al pubblico i temi di questa sua nuova e interessante avventura. Il docu-film si mostra come un’opera di scavo psicologico sui pensieri dei giovanissimi protagonisti che affrontano argomenti come la famiglia, Dio, l’omosessualità, la crisi, le loro passioni.
Veltroni spiega così l’idea di raccontare attraverso la voce di 39 bambini il nostro tempo: «hanno un loro mondo, un loro punto di vista, una loro meravigliosa sincerità. Desideri ancora non frustrati. Hanno paure, hanno già piccole ferite. Hanno pensieri grandi svincolati dalla fatica del quotidiano. Hanno un’idea del tempo e una concezione particolare dello spazio, hanno la loro stanza e il mondo che squaderna meraviglie e orrori attraverso la Rete e gli attrae nelle une e negli altri. Hanno un’idea dei grandi e dei rapporti che gli adulti trasferiscono tra loro».
Il film (il suo secondo film dopo «Quando c’era Berlinguer») si apre con una citazione tratta dal Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupèry «i grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali». I ragazzini sono colti nelle loro abitazioni e intervistati dalla voce narrante del regista sui temi citati. Ognuno di loro proviene da realtà e culture diverse. «Con chi si è sposata tua mamma?» domanda il regista a Lisa Mari. La ragazza è figlia di due mamme; e ancora il ritorno alla normalità di un altro giovanissimo protagonista del film è quasi peggio della malattia di cui ha sofferto, la leucemia, fino a tempo fa: quando guarisci tutti ti ignorano, quando stai male ti vogliono bene, ti festeggiano. Quello che mi manca di più sono gli amici. Tra tutti loro spicca Marius, un bambino romeno che alcuni dei compagni di scuola lo considerano un diverso per questo non lo invitano mai a casa per giocare. Il regista gli chiede «C’è qualcosa che non hai mai fatto e vorresti fare?» lui risponde «vorrei vedere il mare». E ancora ecco due sorelle, una di loro è nata con la sindrome di Down, ma il loro è un legame molto forte. Cosa serve nella vita per essere felici, Kevin, 11 anni non ha dubbi: «sognare».
Questo film come spiega Veltroni racconta come i nostri ragazzi tra gli otto e i 13 anni osservano e giudicano l’Italia, la loro vita, i grandi e il futu
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