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Al 29 gennaio 2016 - 22:30
Collecchio non dimentica. In occasione delle celebrazioni del Giorno della memoria, il Comune e la sezione «Stigli» dell’Anpi locale propongono questa sera, alle 21, a Casa I Prati la proiezione gratuita del film «La chiave di Sara», diretto nel 2010 dal francese Gilles Paquet-Brenner e tratto dall’omonimo romanzo di Tatiana de Rosnay.
Il tema è quello dei tragici e in gran parte poco conosciuti avvenimenti del luglio 1942, quando la polizia francese, durante l’occupazione nazista di Parigi, rastrellò più di tredicimila ebrei: una brutta pagina della storia europea, filtrata attraverso gli occhi increduli di una bambina e quelli della donna che, più di mezzo secolo dopo, sarà coinvolta in prima persona nella vicenda.
Non è un caso che la scelta del Comune e dell’Anpi ricada quest’anno sulla rappresentazione di un episodio solo all’apparenza secondario dal punto di vista storico.
«L’uomo è stato capace di atti di sterminio in troppe occasioni - sottolinea l’assessore alla Cultura Elisa Amadasi -, la maggior parte spesso dimenticate sotto il peso della tragedia immediatamente successiva, sua gemella per dinamica eppure inspiegabile alle coscienze».
La Giornata della memoria è «un’occasione preziosa per riflettere sulle dimensioni degli orrori prodotti dall’umanità e ripensare a tutte le minoranze che li hanno subiti, dal genocidio degli armeni alle vittime dei gulag, dalla “pulizia” di classe dei Khmer rossi in Cambogia a quelle etniche in Jugoslavia e in Ruanda, fino ai gas contro la popolazione curda, a tutt’oggi definita inesistente». «Alla base di tutti i genocidi - aggiunge la Amadasi - c’è sempre una totale assenza di democrazia, a favore di una deriva ideologica nazionalista innalzata a metro dell’agire politico».
La trama del film, che verrà proiettato in mattinata alle terze della scuola secondaria di primo grado «Galaverna», è inusuale per il tema: il 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c’è Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant’anni dopo la giornalista Julia Jarmond, americana ma da tempo residente in Francia dove ha sposato l’architetto Bertrand Tezac, deve realizzare un servizio proprio su quel rastrellamento e, contestualmente, si trasferisce in un appartamento che scopre essere la casa dove viveva proprio la famiglia Starzynski. l.c.
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