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Sabato 06 Settembre 2025


L' "antimoderno" Massimo Fini alla Mondadori

L' "antimoderno" Massimo Fini alla Mondadori

Sabato 1 aprile, alle 18.00, la Libreria Mondadori in piazza Ghiaia ospiterà la presentazione dell’ultima raccolta di scritti di Massimo Fini, edita da Marsilio edizioni.
A partire dal 1985 con "La ragione aveva torto?", un sarcastico quanto documentato pamphlet contro l'illuminismo, Fini ha preso a demolire tutti i capisaldi della nostra società: la democrazia, l'economia, la tecnologia, la pretesa totalitaria dell'occidente di ergersi a "cultura superiore". Lo scrittore mette a nudo le pesantissime ricadute che questo modello ha sulla nostra vita: nevrosi, depressione, alcolismo di massa, uso e abuso di psicofarmaci, droga. questo volume raccoglie sei testi pubblicati dal 1985 a oggi. Straordinario anticipatore, Massimo Fini è stato sottovalutato per decenni, ma oggi quelle che venivano considerate delle provocazioni sono diventate delle inquietanti realtà.
Di padre toscano e madre russa, nasce sul lago di Como il 19/11/1943. Dopo la laurea a pieni voti in giurisprudenza, ha lavorato come impiegato alla Pirelli, copywriter, pubblicitario, bookmaker, giocatore di poker. Arriva al giornalismo nel 1970 all' "Avanti", dove segue come cronista i più importanti fatti di criminalità politica di quegli anni (omicidio Calabresi, morte dell' editore Feltrinelli, processo per la strage di Piazza Fontana). Alla fine del 1972 passa, come inviato, all' "Europeo" di Tommaso Giglio e Oriana Fallaci. Nel giugno del 1979 lascia l' "Europeo" perchè occupato dai socialisti di Claudio Martelli e la Rizzoli è in mano a Bruno Tassan Din che verrà poi condannato a 15 anni di reclusione e vive per qualche tempo di collaborazioni. Nei primi anni '80 è animatore, insieme al fondatore Aldo Canale, del mensile di politica e cultura "Pagina" in cui si sono formati alcuni dei più noti intellettuali e giornalisti d' oggi, da Ernesto Galli della Loggia a Paolo Mieli, da Giuliano Ferrara a Pier Luigi Battista a Giampiero Mughini. Nel 1982 entra al "Giorno" di Guglielmo Zucconi e Pier Luigi Magnaschi, come inviato ed editorialista, cominciando una solitaria battaglia contro la partitocrazia. In una lettera aperta a Claudio Martelli, allora vicesegretario socialista, gli predice il crollo del sistema e la fine del PSI. Ma bisognerà aspettare ancora 10 anni. Come inviato viaggia in Europa, (Germania ovest ed est, Gran Bretagna, Spagna, Polonia, Francia, Ungheria, Bulgaria, Turchia), negli Stati Uniti, in Unione Sovietica, in Egitto, in Israele, in Libano, in Giordania, nell' Iran di Khomeini, in Sudafrica. Nel 1985 rientra all' "Europeo" come inviato ed editorialista e vi tiene per 11 anni la principale rubrica del giornale, "Il Conformista". Nel 1992 lascia "Il Giorno" per L' "Indipendente" di Vittorio Feltri e contribuisce, come prima firma del giornale, alla trionfale cavalcata dal quotidiano che passa, nel giro di un anno e mezzo, dalle 19 mila alle 120 mila copie, fatto unico nella storia del giornalismo italiano del dopo guerra. Quando Feltri lascia l' "Indipendente" si rifiuta di seguirlo al "Giornale" di Silvio Berlusconi.
Attualmente lavora per Il "Fatto Quotidiano",Il "Gazzettino" e dirige il mensile "La Voce del Ribelle" con la collaborazione di Valerio Lo Monaco. Ha partecipato, insieme a Daniele Vimercati, alla rifondazione del "Borghese", storico settimanale fondato da Leo Longanesi. Nel suo deambulare alla ricerca di spazi liberi ha collaborato con quasi 100 testate.
L’incontro sarà moderato da Gabriele Balestrazzi

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