Dal 23 gio ottobre 20:30
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Dal 27 maggio 2017 - 09:00
Al 27 maggio 2017 - 23:59
Una grande retrospettiva che raccoglie trent’anni di lavoro: è la mostra dedicata a Carlo Mattioli (1911-1994) a cura di Fondazione Franco Maria Ricci e Archivio Mattioli, aperta da sabato 27 maggio al pubblico. Una sessantina le opere, dal 1961 al 1993, esposte al Labirinto della Masone di Fontanellato, luogo unico e fascinoso, dove l’arte incontra la natura, la cultura incontra la storia e dove la personale vicenda pittorica ed umana di uno dei protagonisti del Novecento italiano, troverà, fino al 24 settembre, collocazione ideale negli spazi adibiti ad esposizioni temporanee, lungo un percorso che raccoglie i dipinti più rappresentativi dei cicli che hanno reso fama al Maestro: dagli intensi Nudi alle materiche Nature morte, dai rivisitati Cestini del Caravaggio ai poetici Alberi e ai personalissimi Ritratti, dai sublimi Paesaggi alle luminose Spiagge della Versilia, dalle Aigues Mortes ai Campi di grano e papaveri. Molte le opere inedite, accuratamente scelte nella vasta produzione del pittore da Sandro Parmiggiani e Anna Zaniboni Mattioli, nipote dell’artista e responsabile dell’Archivio. Sono i primi dati salienti di una proposta che vuol essere, insieme, un omaggio di Franco Maria Ricci all’amico Carlo Mattioli, con il quale condivideva lo stretto legame con la città di Parma e il suo territorio, e una nuova occasione di avvicinarsi a un corpus di opere che continuano ad affascinare per la ricchezza dei linguaggi, per le scoperte e riscoperte possibili. La mostra intende anche celebrare l’uscita del Catalogo Generale dei dipinti, realizzato da Franco Maria Ricci che afferma ”Il mio desiderio oggi esaudito grazie anche alla attenta partecipazione della famiglia Mattioli, è quello di presentare una mostra e un libro che, attraverso una scelta dei risultati più alti, conservi il profumo seducente ed elusivo di questo pittore appartato e incline alla contemplazione». Perchè Mattioli è stato un artista essenziale e contemplativo, dalla pittura sobria, al limite della sinestesia, che riesce a catturare materia, ed atmosfera, ma anche capace di farsi carico di forti suggestioni letterarie, derivate dalla conoscenza e dalla frequentazione di poeti e letterati come Luzi, Bertolucci, Testori, Garboli, Soavi che hanno conservato con passione nelle loro collezioni sue opere.
Modenese di nascita dopo il trasferimento della famiglia a Parma vi aveva seguito regolari studi all’Istituto di Belle Arti e qui aveva incontrato l’amatissima Lina, sposata nel ’37, assoluta protagonista dei suoi dipinti. Erano gli anni in cui i caffè del centro fungevano da luogo di ritrovo per letterati, poeti e pittori e gli studi dei singoli si aprivano per scambi culturali e d’amicizia. Lo studio di Mattioli era frequentato da Pietro Barilla, affettuoso visitatore domenicale e grande estimatore del pittore. Nella sua straordinaria Collezione d’arte moderna i dipinti di Mattioli occupano tutt’ora una parte molto importante. Altro estimatore fra i tanti e collezionista si era rivelato Gianni Agnelli che, in occasione dei Mondiali di calcio del 1990, aveva scelto di impreziosire gli ambienti di una palazzina torinese destinata a foresteria per ospitare capi di stato e grandi amici internazionali della famiglia, con grandi tele realizzate negli ultimi anni dal pittore di Parma. E poi Luigi Magnani che scelse la pittura di Mattioli per la sua prestigiosa collezione, un «Nudo coricato» del 196, ed ancora, accanto ai tanti collezionisti, James Hillman lo psicanalista statunitense, allievo prediletto di Jung, possessore di uno dei suoi famosi alberi. Hillman aveva frequentato lo studio del pittore ed aveva apprezzato molto la sua pittura tanto che si è “servito” dei paesaggi per le lezioni di psicanalisi nella terapia con i suoi pazienti.
In mostra nella prima sezione «sfilano» oltre venti dipinti in cui prevalgono paste spesse e materiche con colori terrosi e bui o all’opposto chiarissimi e impalpabili tra cui diversi Nudi coricati, che, scriveva Roberto Tassi, «hanno l’immobilità attonita di una catena di colline…»; i Cestini del Caravaggio con il celeberrimo dipinto del Merisi mescolato, diviso, colorato, una icona rivisitata in chiave morandiana e i suggestivi Paesaggi con gli inconfondibili alberi, immersi nella luce accecante estiva, tra cui l’albero rosa, del 1980, immagine della rassegna.
Fra i Ritratti che occupano una parte importante affettivamente e stilisticamente nell’opera di Mattioli fin dagli esordi, accanto al celebre Autoritratto con Anna del 1982, ne sono esposti alcuni dedicati a De Chirico, Guttuso, Manzù, Carrà, Longhi, Rosai, insieme a quattro ritratti di Giorgio Morandi del 1969 per la prima volta affiancati. Ritratti meditati, su cui Mattioli ha molto lavorato, restituendoci nei tratti e nei colori l’anima dell’artista rappresentato. La terza e ultima parte della mostra è dedicata ai grandi Paesaggi, le opere forse più famose, che si dispiegano per tutti gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta con la loro matericità dai colori intensi, dove si sente forte l’amore di Mattioli per la natura e il suo perdersi dentro questi squarci di colore e luce. In mostra sarà anche visibile il video Viaggio terrestre e celeste nella pittura, coprodotto da Archivio Carlo Mattioli e Solares Fondazione delle Arti, dedicato alla vita e all’opera dell’artista.
Grazie, poi, all’impegno delle Istituzioni di Parma e dell’Archivio Mattioli, è in programma anche la mostra collaterale, «Nella pagina e nello spazio. Mattioli illustratore e scenografo», alla Biblioteca Palatina di Parma (27 maggio – 22 settembre ).
Esposti i libri, vere edizioni d’arte, affiancate dai disegni originali e, per la prima volta dallo studio dell’artista, i bozzetti di scene e costumi di un inedito Mattioli artista per il teatro, attivo come costumista e scenografo nei primi anni Cinquanta per opere di lirica e prosa.
Lo studio del pittore nel secentesco Palazzo Smeraldi accanto al Duomo di Parma ha conservato lo spirito e l’atmosfera originali, così come l’artista lo ha lasciato. Sarà visitabile su appuntamento.
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