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Parma -

Sabato 06 Settembre 2025


Dove ci porterà il “Il grande scollamento”? Il libro di Marco Magnani

Il 15 maggio alle ore 17.30, presentazione del libro dell’economista Marco Magnani che dialogherà con Andrea Pontremoli e Claudio Rinaldi sul futuro di un mondo in cui i legami internazionali si allentano e i conflitti aumentano

Dove ci porterà il “Il grande scollamento”? Incontro all’APE Parma Museo di Parma

“Il grande scollamento” è cominciato: pezzi di mondo, fino a ieri uniti dalla forza della globalizzazione, si stanno progressivamente allontanando. Dal commercio alla finanza, dalla tecnologia all’energia, dalla ricerca medico-scientifica alla cultura: sono molteplici gli ambiti in cui i legami internazionali si allentano. Il nuovo ordine globale è sempre più caratterizzato dalla frammentazione – all’ombra di una rivalità crescente tra Usa e Cina – e da maggiori conflitti. Come le guerre in Ucraina e Medio Oriente, purtroppo, confermano.

Mercoledì 15 maggio alle 17.30, all’APE Parma Museo Marco Magnani presenterà il suo ultimo libro “Il grande scollamento – Timori e speranze dopo gli eccessi della globalizzazione” (Bocconi University Press, 2024) che, analizzando il passato e interpretando il presente, cerca di comprendere il mondo che verrà.

All’evento, organizzato in collaborazione con Fondazione Monteparma, sarà presente anche Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Dallara Automobili, che dialogherà con l’autore con la moderazione di Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma. Presiederà Roberto Delsignore, presidente emerito di Fondazione Monte.

Nel saggio, Magnani esamina il progressivo scollamento in atto sotto molteplici punti di vista. Nel commercio, con il ritorno a protezionismo e sanzioni economiche unite a un aumento di reshoring e friend-shoring. In ambito finanziario, dove controlli e restrizioni al movimento di capitali, e valutario, spinto da chi auspica la de-dollarizzazione dell’economia mondiale. In campo tecnologico, con una minore condivisione di innovazioni tecnologiche e forti rivalità nel campo della ricerca. Nel settore energetico, profondamente legato alla geopolitica. Ma anche nella cultura – con crescenti ostacoli alla mobilità delle persone (comprese quelle di talento) e minor contaminazione tra culture diverse – e in ambito medico-sanitario. Senza dimenticare la crisi delle istituzioni internazionali, che non riescono più a svolgere con efficacia il ruolo di collante tra nazioni.

Questo scenario è reso più complesso non solo dal numero crescente di conflitti “aperti” tra Paesi, ma anche dall’emergere di nuove arene in cui gli Stati potranno decidere se collaborare o se competere: la regione Artica, lo Spazio, il Subacqueo, e il Digitale sono, secondo Magnani, i terreni su cui si misurerà lo stato di salute di una globalizzazione in affanno. Con il rischio che le nuove frontiere diventino nuovi fronti.

In uno scenario internazionale sempre più turbolento, tuttavia, Magnani non perde la speranza: “È mia ferma convinzione”, spiega “che la globalizzazione non abbia esaurito le proprie potenzialità. Ma queste difficilmente potranno essere colte in un mondo caratterizzato da scontri per l’egemonia globale o da una guerra fredda tra schieramenti contrapposti, da un’eccessiva frammentazione o dal predominio di potenze autoritarie. L’auspicio è che alla circolazione di merci, servizi, capitali, persone e conoscenza, si possa in futuro sempre più affiancare la diffusione delle libertà. Individuali, sociali e politiche”.

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