medicina

Esperti e ricercatori a confronto a Parma sull'emicrania

Costi sociali e sanitari enormi, un forte peggioramento della qualità della vita e un alto rischio di ansia e depressione per i pazienti. Sono solo alcune delle conseguenze dell’emicrania, riconosciuta come malattia sociale in Italia nel 2020. Se ne parla al 39esimo congresso nazionale della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (Sisc) in corso a Parma.
Una tre giorni di confronto tra esperti per esplorare i più recenti avanzamenti nel campo dello studio fisiopatologico e della terapia.
«Sono 380 i partecipanti, non solo neurologi ma anche fisiatri, psichiatri, ginecologi e terapisti del dolore, è importante un approccio interdisciplinare», spiega Franco Granella, neurologo, past president di Sisc e organizzatore del congresso. L’avvento di cure specifiche ha destato interesse in una rinnovata collaborazione tra le scienze di base e le scienze cliniche delle cefalee: «Le nuove terapie target specifiche anti-Cgrp hanno modificato in maniera radicale quello che è la presa in carico dei nostri pazienti emicranici: hanno riacquistato fiducia in virtù sia dell’efficacia che della grande tollerabilità di questi nuovi farmaci», spiega Simona Guerzoni, responsabile del centro Cefalee del Policlinico di Modena.
Nel 2025 Aifa ha semplificato le regole per l’uso degli anticorpi monoclonali, un passaggio epocale per i pazienti: «Una rivoluzione, sono per la prima volta farmaci sviluppati ad hoc per la terapia dell’emicrania con un bersaglio particolare (Cgrp), il cui blocco ha avuto effetti importanti e superiori ai farmaci precedenti», sottolinea Franco Granella. Gli stili di vita moderni, con elevati livelli di stress, attività sedentaria, caffeina, alcol e scarsa qualità del sonno, rimangono fattori scatenanti dell’emicrania. Si parla di un impatto di circa 20 miliardi di euro all’anno in Italia (il 90% dei quali indiretti) a causa di perdita di produttività, assenteismo lavorativo e costi sanitari. Una malattia, che colpisce circa l’8-12 per cento della popolazione (principalmente donne), «i pazienti affetti da emicrania hanno una frequenza di patologie psichiatriche fino a quattro volte superiore rispetto alla popolazione generale», aggiunge Claudia Altamura del Centro Cefalee per la Fondazione Campus Biomedico di Roma.