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Made in Japan. Da Yuoni a Gnosia e Re:Turn, rivive l'horror nipponico
Non è detto che abbiano tutti i torti gli spiriti che si aggirano in un determinato edificio perseguitandone gli abitanti. Anzi, secondo il folclore giapponese, potrebbero essere stati i vivi a comportarsi male. Avrebbero però le possibilità di rimediare alle offese, placando la sete di vendetta degli onryo, una delle tante categorie in cui si suddividono gli yurei, i fantasmi. Se ne ritrovano di svariate tipologie, più agguerriti che mai, anche nel videogame Yuoni, survival horror arrivato adesso su Ps5 edito da Chorus Worldwide. A svilupparlo è stato lo studio Tricore Inc. di Fukuoka, già autore della visual novel Yuoni: Rises, con la quale Yuoni condivide l’ambientazione crepuscolare nelle aule di una scuola infestata e la presenza di un bambino trapassato, Tsun, che non riesce ad avere pace. In Yuoni la lancetta del tempo è spostata all’indietro di cinque anni, al 1990.
Timida e un po’ esclusa dai compagni di classe, la giovane Ai viene spinta a compiere una prova di coraggio: raggiungere l’ospedale in rovina dove era stato ricoverato Tsun, e vi era morto, in totale solitudine, nonostante le promesse degli amici di passare a visitarlo. Incapace di parlare in pubblico per un oscuro blocco psicologico, ma desiderosa di farsi finalmente accettare dal resto del gruppo, Ai si cimenta in quel luogo sinistro con la leggenda metropolitana sulle regole per evocare Tsun, con un rituale che richiede di scovare una bambola tradizionale. Come spesso accade con gli spettri di chi non ha avuto il tempo di crescere, ecco che più che spaventare improvvisano scherzi. In questo caso la richiesta del bimbo è mettersi a giocare con lui a nascondino per recuperare il pupazzo e ottenere in premio che venga esaudito un desiderio, ma attenzione: se non si ripercorre velocemente la stessa via recuperando l’uscita si rischia di rimanere intrappolati a trastullarsi (si fa per dire) con Tsun per sempre.
Non c’è unicamente il nosocomio da paura ad alimentare il senso di opprimente disagio: Ai si sposta anche in una scuola e in una tipica casa nipponica, cercando di sopravvivere a creature terribili, contro le quali non può combattere, ma rendersi invisibile dietro un riparo o trattenere il più a lungo possibile il respiro. Terminata una prima volta l’avventura, si può ricominciare. Aumenta il grado di difficoltà, ma si approfondisce anche la vicenda, che racconta il lato buio dell’infanzia, palesando quanto i piccoli possano rivelarsi prepotenti, fino alla crudeltà, specialmente contro i più deboli.
Quello del fantasma vendicatore è un longevo topos che dalla letteratura è transitato nel cinema e poi nei videogame.
Già nel periodo Edo si era diffuso il gioco Hyakumonogatari Kaidankai, basato su cento storie soprannaturali, che di solito si arrestavano a novantanove. A ognuna era infatti associato uno dei cento lumi, spenti progressivamente alla conclusione della relativa novella, ma si evitava di restare completamente al buio, nel timore che si materializzassero nella realtà i terribili protagonisti dei racconti, spesso in vena di sanguinose ritorsioni. Fantasmi che gridano la loro sofferenza per il male subito in vita popolano anche i racconti della raccolta Ugetsu monogatari (1776) di Ueda Akinari, trasposti in spettacoli teatrali e in film (il capolavoro di Kenji Mizoguchi, I racconti della luna pallida d’agosto, del 1953), così come risale al passato la catena di morti di pellicole come Ringu, Ju-On e Pulse, che tra il 1998 e il 2001 hanno inaugurato una nuova fortunata stagione internazionale per gli horror giapponesi. Vicende da brividi, intinte delle varie sfumature che incutono il kowai, sentimento di angoscia.
Vi rende esplicitamente omaggio l’avventura 2D in pixel art Re:Turn - One way trip (2020) della software house londinese Red ego. L’autore è lo scrittore horror David Bergantino, che ha immaginato cinque giovani in partenza per le vacanze in campeggio dopo il diploma di maturità, forse le ultime che trascorreranno insieme. Lo scenario idilliaco viene presto interrotto dalla sparizione dei compagni, sulle cui tracce si mette Saki, spinta a salire su un treno pieno di oscuri segreti. Si scopre che il demone, che sembra tratto dalle orribili fantasie del soul Bloodborne di Hidetaka Miyazaki, ha subito il dolore per un amore non corrisposto, ma mentre, viaggiando avanti e indietro nel tempo, si prova a capire cosa si celi sul vagone da incubo, la stessa Saki comincia a comprendere meglio qualcosa di sé e del proprio passato. Al gioco si è adesso aggiunto il sequel Re:Turn 2 - Runaway, per Pc, Xbox e Switch, dove la protagonista Saki e il fidanzato Sen, sul treno infestato e altrove, si battono per liberarsi dal male che li ha imprigionati, aiutando anche le tormentate anime in pena incontrate, soggiogate da potenze oscure. Grafica e audio sono stati totalmente rinnovati.
In un clima di forte tensione è avvolto anche il videogame Gnosia dello studio indipendente Petit Depotto di Nagoya. Siamo però su un’astronave, in una cornice fantascientifica, dove un’enigmatica entità chiamata appunto Gnosia prende possesso del corpo degli esseri umani, distruggendoli. Catapultati in quel microcosmo, dal quale non è dato di fuggire, si intuisce subito che qualcosa di strano incombe. Il problema sta nel riconoscere il pericolo e individuare chi sia il simulacro abitato da Gnosia, colpendolo con l’arma del criosonno, ibernandolo. Si apprende dagli errori, confinati come siamo in anelli temporali che si ripetono, in un esercizio di psicologia, sguardo concentrato sui dettagli e sulle incoerenze dei compagni di una missione carica di mistero. Uscito inizialmente su Ps Vita, alla vigilia dell’addio alla console Sony, e inaspettatamente, con il passaparola, assurto a titolo cult, Gnosia ha riconfermato il suo fascino nella versione per Nintendo Switch e adesso è pronto ad allargare ancora di più il suo pubblico approdando su Pc, edito da Playism.