ONLINE

Promised land: in Polonia il festival delle arti multimediali

Riccardo Anselmi

Fin dagli albori della settima arte e poi più decisamente nel secondo dopoguerra, Lodz si è attestata tra le capitali del cinema, riconosciuta come tale dall’Unesco: l’unica in Polonia con una scuola di cinematografia (frequentata da Andrzej Wajda, Krzysztof Kieslowski e Roman Polanski, per citarne alcuni celebri registi) e con un museo dedicato ai film, tanto da essere soprannominata Hollylodz, per le numerose analogie con la californiana Hollywood. La città, 120 chilometri a sud-ovest di Varsavia, vanta anche una lunga tradizione nel campo delle arti grafiche, in un Paese dove almeno dagli anni ’50 si è sviluppato un fertile filone nell’ambito dell’illustrazione dei libri, famoso a livello internazionale.

Linguaggi che hanno trovato una sintesi in forte evoluzione nel settore dei videogame, celebrati nel Promised land art festival (www.promisedland-artfestival.com), in corso fino al 6 settembre proprio a Lodz. Una kermesse incentrata sulla multimedialità a 360 gradi, dall’animazione alla grafica 3D, dallo storytelling alla tecnologia, alla base sia dei giochi che dei film. Tra gli ospiti a Lodz: Masahiko Otsuka, co-fondatore di Studio Trigger  (la serie animata Cyberpunk: Edgerunners), Brian Matyas che ha lavorato come character designer al tv show The Mandalorian per Lucasarts, Kamila Szutenberg, concept artist per l’editore Wizards of the coast, Ben Erd, lead character artist per Blizzard (l’action rpg Diablo IV).

A guidare i laboratori di modellazione esperti come gli scultori Tomek Radziewicz (nel curriculum i videogame The Witcher III e Cyberpunk 2077) e Romain Van den Bogaert ma, a ribadire che le più avveniristiche soluzioni digitali non debbano necessariamente cancellare con un colpo di spugna il passato, il programma ha inoltre previsto lezioni con il pittore Marcin Minor, per affinare la pratica della pittura a olio. L’organizzazione della manifestazione è a cura di Cd projekt, già pionieri dell’industria videoludica polacca, della quale - con il clamoroso successo della saga fantasy The Witcher ispirata ai romanzi di Andrzej Sapkowski – si sono affermati alfieri. Con il Promised land art festival, la software house e casa editrice di Varsavia vuole creare un momento di scambio e di dialogo, a contatto con chi oggi è impegnato direttamente nella realizzazione di produzioni originali.

A Cd Projekt si deve l’arrivo nel Paese dell’est dei primi videogame occidentali, quando ancora si distribuivano su cd con manuali d’istruzione che venivano tradotti dall’importatore. La loro versione interamente in polacco del classico Baldur’s Gate, datata 1999, viene considerata tra i migliori adattamenti dell’epoca. Il nome della kermesse richiama il passato del luogo. All’alba dell’ottocento Lodz, in piena espansione, era diventata la terra promessa (promised land) per le tante opportunità di lavoro che offriva, attirando migliaia di famiglie. Un appellativo che le è rimasto associato, ma che forse, ripreso in questo festival delle arti compreso nel cartellone dei festeggiamenti per i 600 anni di vita della città, sta a ricordare le possibilità dischiuse dalle frontiere della tecnologie, non disgiunte da solide radici nella storia.

Intanto Cd projekt, cresciuta nel Nuovo millennio fino a trasformarsi in una delle più importanti realtà indipendenti del digital entertainment a livello mondiale ed europeo, risulta impegnata su molteplici progetti. Oltre all’annunciata prosecuzione dell’acclamata saga di The Witcher, tra sequel, remake e spin-off, a breve sarà la volta dell’espansione di Cyberpunk 2077, il gioco di ruolo fantascientifico che questo mese accoglierà Phantom Liberty, un capitolo extra con la partecipazione di Idris Elba, accanto alla star del titolo, Keanu Reeves. Accompagnerà i fan in una zona inedita di Night city, la metropoli del futuro la cui ricostruzione magistrale rappresenta un punto di riferimento per l’intero settore e tra i piatti forti del videogame, capace di immergere grazie alle frontiere della tecnologia in una narrazione multimediale incredibilmente vivida. Un benchmark con cui bisognerà misurarsi ancora per diversi anni.

Riccardo Anselmi