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Generazione bit. In viaggio dall'Africa all'Australia, con una mazza da cricket
TALES OF KENZERA: ZAU (Electronic arts, per Pc e console)
Tristezza, rabbia, confusione: passa attraverso l’esperienza del dolore per una perdita incolmabile la vicenda del protagonista di Tales of Kenzera, il giovane aspirante guaritore spirituale Zau che per essere un vero Nganga dovrà imparare ad affrontare la sua profonda sofferenza. Dietro la realizzazione di Tales of Kenzera: Zau, titolo di debutto della media company Surgent studios, c’è un team che ha lavorato tra la Nigeria, il Botswana, Londra e Parigi, ma anche e soprattutto la passione del fondatore, l’attore britannico Abubakar Salim, che ha voluto così rendere omaggio al padre di origine keniana (come la madre), morto per un tumore nel 2013. Per cercare di superare il lutto, Salim ha scelto come strumento narrativo un videogame perché era stato proprio suo papà a fargli conoscere negli anni Novanta questo nuovo tipo di gioco così coinvolgente. Un campo nel quale, una volta intrapresa la carriera nella recitazione, Salim (l’androide Padre nella serie tv Raised by wolves, coprodotta da Ridley Scott) ha contribuito come doppiatore (Bayek di Assassin’s creed: Origins) e adesso come produttore. In Tales of Kenzera, Zau riceve dal genitore defunto un racconto Bantu, chiave di accesso alla ricca mitologia alla quale Salim era stato introdotto a sua volta dai ricordi del papà, che gli parlava del nonno Nganga, guaritore tradizionale. Dalla condizione di pace e sicurezza sperimentata nella terra degli antenati, comincia a insinuarsi in Zau un senso di incertezza tra le rovine della città sugli altipiani, la cui desolazione si riflette sullo stato d’animo del protagonista, circondato dalla solitudine anche quando incontra altri personaggi, a rimarcare una condizione più esistenziale che reale. Si approda poi nelle Deadlands, dove tutto, fin dal principale materiale usato nelle costruzioni, parla di morte, ma è proprio qui che si fa strada il bisogno di accettazione. Elementi che concorrono alla sfaccettata caratterizzazione di un metroidvania i cui temi si riverberano nella colonna sonora composta da Nainita Desai, tra synth, musica elettronica e ritmi tribali. L’Africa è presente in ogni aspetto e, seppure non sia indispensabile, decodificare tanti dettagli aiuta a comprendere meglio la straordinaria avventura di Zau. Per esempio, l’acconciatura dei suoi capelli, secondo una foggia tipica degli Himba, ci dice che il ragazzo non è ancora sposato. Contando sui poteri associati a due maschere, quella del sole (ossia la forza del fuoco) e quella della luna (ossia la forza del ghiaccio), Zau dovrà vedersela con un crescendo di potenti antagonisti, fino alle sfide con l’Impundulu, leggendario uccello del fulmine assetato di sangue, e il gigantesco, insidioso GaGorib, ma non c’è tempo per provare paura. Zau vuole ritrovare suo padre e attinge a un coraggio insperato per andare avanti nella ricerca. Voci in inglese e in swahili, interfaccia e sottotitoli anche in italiano.
BOTANY MANOR (Whitethorn, per Pc, Xbox e Switch)
Senza nessuna fretta, in un giardino inondato di sole, sulle tracce di una flora perduta per tornare a farla crescere ancora rigogliosa. È incantevole fin dalla grafica e dalla tavolozza di colori il puzzle game in prima persona della casa Balloon studio, ma all’atmosfera rilassante e antistress concorrono tutti gli elementi di un gioco che riesce comunque a mettere alla prova doti di ragionamento e di intuito, però in modo piacevole, privo di tiranniche lancette dell’orologio, tanto da aver dotato l’area verde di panchine e luoghi in cui sostare, giusto per il diletto di trascorrere un po’ di tempo cullati dai suoni della natura, tra aiuole profumate di fiori, all’ombra di pergolati. Siamo in una magione inglese, alla fine dell’Ottocento, quando strumenti come il fonografo, la lanterna magica o la macchina fotografia sul treppiede concretizzavano l’avanguardia dell’innovazione, in un’epoca segnata dal progresso scientifico e tecnologico. Nondimeno, suggerisce Balloon studio, le donne faticavano ad affermarsi. Per la protagonista Arabella Greene è stata la botanica a rappresentare la passione della vita e, ormai in pensione, vuole proprio completare la sua ricerca sulle piante più rare e dimenticate. Deve scovarle e capire quali condizioni ne favoriscano la coltivazione, analizzando il terreno e riproducendo le caratteristiche dell’habitat anche sfruttando modi fantasiosi. Se le piante sono infatti d’invenzione, le tecniche da adottare sono quelle che ciascun provetto giardiniere dovrebbe conoscere. L’abitazione di Arabella Greene racchiuse in sé un dedalo da esplorare, con stanze segrete e mille angoli in cui si celano indizi, perché la via per far germogliare una vegetazione unica si rivela proprio un’avvincente avventura, che sa stupire e meravigliare.
PLANET ZOO - CONSOLE EDITION (Frontier, per Playstation e Xbox)
Arriva su console, con già inclusi i vari contenuti gratuiti della versione per Pc, il pluripremiato simulatore Planet zoo, dove progettare, gestire e sviluppare un giardino zoologico di nuova generazione, nel quale riprodurre gli habitat naturali dei diversi ospiti, il cui benessere dovrebbe essere la preoccupazione principale del direttore della struttura. Al di là degli aspetti manageriali - ci sono anche conti da far quadrare, dipendenti da ingaggiare, pubblico da attirare e soddisfare -, il gioco può dunque rivelarsi un viaggio sorprendente nella biodiversità, perché è proprio ricreando le condizioni nelle quali la fauna è abituata a vivere che il parco zoologico può prosperare. Gli autori, con alle spalle i celebrati Planet coaster e Zoo tycoon, mettono a disposizione un’incredibile qualità nella definizione, spinta fino alla dimensione del più piccolo dettaglio delle proporzioni, dei movimenti e delle livree di ogni animale, aiutando a conoscere le caratteristiche e il comportamento delle diverse specie, con inoltre la possibilità di attingere informazioni dalle schede della Zoopedia, un’enciclopedia virtuale che segnala anche il nome latino, la categoria (le classi dei mammiferi, degli uccelli, dei rettili e degli anfibi più il tipo degli artropodi), la regione climatica di appartenenza (dalla tundra alla savana, dal deserto alla taiga) e lo stato di conservazione. I dlc consentono di ampliare ulteriormente la platea, fino a 180 animali. Lo strumento multimediale permette di compiere un’esperienza unica, nell’interazione con questi amici che nella realtà possono avere la mole ingombrante (e gli artigli micidiali) di un grizzly dal peso di circa 240 chili o il corpicino lungo appena tre centimetri della rana di Lehmann, vistosamente colorata di rosso e nero, che in cattività perde la velenosità riscontrata invece nella natia Colombia, dove la si può trovare soltanto nella foresta pluviale della valle di Anchicaya.
BROKEN ROADS (Versus evil, per Pc e console)
In principio fu Mad Max, in un’Australia distopica sconvolta dalla lotta di tutti contro tutti per accaparrarsi le poche risorse rimaste, tra ecosistemi devastati e un’umanità ormai priva di qualsiasi codice etico. Anche Broken roads, gioco di ruolo dalla forte impronta narrativa, conduce nell’emisfero sud, spingendosi più precisamente nell’Australia occidentale, in un futuro post-apocalittico dove l’outback ha assunto un volto ancora più desolato e inospitale. Il pensiero va naturalmente a Fallout, ma lo studio Drop bear bytes, con sede a Torquay, nello Stato di Victoria (nella cui capitale Melbourne venne girato il primo Mad Max), ha presto deciso di trasferire l’idea iniziale del loro rpg un po’ più vicino a casa, ricreando la fauna e la flora dell’isola-continente, sia pure nella versione di un paesaggio devastato e abbandonato, dove gli stessi insediamenti versano irrimediabilmente in rovina. Del resto lo stesso nome della software house rimanda a una popolare leggenda, quella del drop bear, un micidiale koala carnivoro mai avvistato nella realtà, ma ben radicato nell’immaginario e il folclore è uno dei fattori che hanno contribuito a delineare il contesto. La realizzazione ha tenuto conto della presenza delle popolazioni indigene, cui appartengono alcuni personaggi doppiati in lingua noongar da aborigeni. A caratterizzare soprattutto Broken roads è però la volontà di mantenere una bussola morale in questo mondo sotto molteplici aspetti regredito ai livelli di una difficile, primordiale sussistenza. Chi incontriamo e chi impersoniamo può scegliere quale atteggiamento adottare, se più incline alla generosità e all’altruismo oppure chiuso in un egoismo cinico, con le varie gradazioni intermedie. Il nostro alter ego digitale ha un passato, che decidiamo in un certo senso noi, attraverso un ventaglio di opzioni. Sulla strada non è detto si incappi soltanto in potenziali amici, ma il pacifismo è una concreta possibilità, che porta eventualmente a intraprendere l’avventura senza eliminare nessuno e senza combattere.
CRICKET THROUGH THE AGES (Devolver digital, per Pc e Switch)
Storicamente le origini del cricket, gioco inglese di squadra che incarna lo spirito del fair play, risalgono al Medioevo, ma nella satirica versione che intreccia l’evoluzione di questo sport con le epoche del passato racchiusa in Cricket through the ages si arriva a ritroso fino all’età della pietra, tra cavernicoli vestiti di pelli che disputano la partita a colpi di lunghi ossi o di grosse clave, battendosi all’occorrenza in improbabili match con agguerriti dinosauri. È decisamente fuori di testa, all’insegna di una bizzarria creativa che non si pone limiti, il videogame di Free lives, con il quale da soli o con un amico si ripercorre umoristicamente l’essenza di uno sport che scrittori come Charles Dickens, Arthur Conan Doyle e P. G. Wodehouse hanno contribuito a dotare di una sua mitologia letteraria e che rimane profondamente intriso del tipico humour britannico, evidente nelle denominazioni delle posizioni assunte dai giocatori. Il team di Free lives ha congegnato una cavalcata surreale e curiosa, dove sfilano cavalieri in armatura, atleti delle più svariate discipline (dalla lotta al tennis), astronauti nello spazio, tutti alle prese con l’obiettivo di sbaragliare l’avversario. E il cricket dov’è? Ovunque e da nessuna parte, ma il divertimento è in ogni caso assicurato, basta non prendersi troppo sul serio, sentirsi a proprio agio davanti al nonsense degli accostamenti più curiosi, sfruttando la semplicità dei comandi per virare le azioni a nostro vantaggio.