COVID
Scuola, rischio aule vuote
Il rischio concreto, a partire dal 7 gennaio, è quello di riaprire le scuole lasciandole quasi completamente vuote. Soprattutto gli istituti superiori infatti, devono fare i conti con un alto numero di contagi e quarantene tra studenti e docenti.
Una situazione molto complessa da gestire, tra Dad, lezioni in presenza e rispetto dei protocolli anti contagio.
Va meglio, almeno per ora, ai nidi e alle scuole dell'infanzia, dove i contagi sono meno elevati. E' presto però per cantare vittoria, dato che la loro riapertura è prevista il 10 gennaio. Simile la situazione anche alle elementari e medie dove i casi di positività sembrano meno elevati rispetto alle superiori. Anche in questo caso però la situazione è in divenire.
«C'è grande incertezza»
«Siamo in attesa di sapere cosa si deciderà a livello nazionale - spiega Aluisi Tosolini, presidente di Asapa, l'associazione che riunisce tutti i dirigenti scolastici delle scuole di Parma - e quindi ci troviamo in una situazione di grande incertezza». La preoccupazione maggiore è legata al gran numero di docenti e studenti positivi o in quarantena. «Abbiamo decine e decine di studenti positivi o che hanno avuto contatti stretti con persone contagiate - sottolinea lo stesso Tosolini -. Lo stesso vale per i docenti, di conseguenza, per tenere aperte le scuole come chiede il governo, dovremo mettere in piedi un modello organizzativo molto complicato, che varierà inevitabilmente di giorno in giorno a seconda del numero dei contagiati».
Soprattutto dopo la riapertura, se i contagi dovessero continuare a crescere, si rischia di avere delle scuole quasi completamente vuote. «Rischiamo di arrivare al paradosso che la scuola è formalmente aperta ma nessuno ci può andare - osserva Tosolini -. Mi sembra che l'approccio del governo sul tema della scuola sia ideologico. Il nostro compito non è soltanto quello di tenere aperto, ma di garantire la didattica in sicurezza, prevedendo dei validi modelli organizzativi».
«Tracciamento saltato»
Tra gli studenti delle superiori il numero dei vaccinati è piuttosto elevato, ma la vaccinazione non elimina il rischio di contagio. «Continuo a ricevere dalle famiglie e dagli studenti i certificati delle farmacie sulla positività del tampone, che ora vale come quello dell'Ausl - precisa il preside -. Il problema ora è capire come e chi deve effettuare il tracciamento, ormai completamente saltato».
Lezioni miste
Alla riapertura delle scuole i fortunati che potranno seguire le lezioni in presenza saranno davvero pochi. «Se un professore dovrà restare in isolamento a casa, verrà attivata la didattica digitale - spiega quindi lo stesso Aluisi Tosolini - viceversa, gli studenti in isolamento seguiranno le lezioni attraverso la didattica a distanza. In molte classi avremo alcuni studenti che seguono le lezioni da casa propria e altri in classe».
Tosolini è in contatto costante con tutti gli altri presidi del nostro territorio. La preoccupazione di fondo è come riuscire a gestire l'aumento dei contagi e, più in generale, una situazione che varia di continuo.
Nidi e scuole dell'infanzia
A fare il punto della situazione in nidi e scuole dell'infanzia è Ines Seletti, assessore ai Servizi educativi. «Ad oggi (ieri ndr) abbiamo quindici insegnanti del nido e tre delle scuole dell'infanzia positive o in quarantena - dichiara - ma la situazione in costante divenire. Al momento non è possibile stabilire quale sarà la situazione il 10 di gennaio, ossia al momento della riapertura dei servizi».
Nel frattempo il Comune si è dotato di una serie di figure «jolly» per sostituire le insegnanti positive o in quarantena. «Cercheremo di tenere aperte le sezioni anche nel caso di più positività tra le insegnanti - sottolinea l'assessore - magari accorciando l'orario di apertura. In ogni caso faremo in modo di aprire tutte le scuole dell'infanzia e i nidi, regolarmente la mattina».