Lutto
Addio a Lidia Sanguinetti: una vita in difesa dell'ambiente
Lidia Sanguinetti era una persona generosa e e schietta, innamorata della cultura, della vita e della sua città. Ma, soprattutto, dell'ambiente per cui ha lottato con passione. Legò, infatti, il suo nome all'Ada, l'Associazione donne ambientaliste, al Wwf e alla Lipu. Scomparsa a 95 anni, era anche una grande comunicatrice come dimostrò nella sua attività di organizzatrice di convegni. «Con la scomparsa di Lidia Sanguinetti la natura ha perso un’amica» è il ricordo dell'Ada. Nel 2006 proprio l’Associazione donne ambientaliste organizzò un'edizione straordinaria del premio “Una Mimosa per l’Ambiente” appositamente in suo onore. «Per Lidia fu una sorpresa - continua il ricordo -, perché per lei battersi in difesa della natura era scontato, non pensava di meritare premi». La motivazione che accompagnò la consegna della spilla d'oro a forma di rametto di mimosa suona bene oggi per ricordarla: «Per aver saputo testimoniare quotidianamente il suo impegno per la difesa dell'ambiente con passione, intelligenza, ironia e senso dell’amicizia».
«Elegante, colta, spiritosa, curiosa di imparare e aperta alle novità - prosegue la nota dell'associazione -, Lidia (il cui funerale sarà celebrato domani alle 15,15 con partenza dall'ospedale Maggiore per la chiesa di San Rocco in via Cavestro, ndr) ha portato queste caratteristiche nei molteplici aspetti della sua vita: è stata ottima dipendente statale, brillante organizzatrice di eventi culturali, moglie e mamma affettuosa. Ha sempre sostenuto le ragioni della difesa ambientale, già dagli anni Settanta, ponendosi con coraggio in prima linea. La nascita del Parco dei Boschi Carrega e del Parco del Taro si deve anche a lei che, insieme ad un ristretto ma determinato gruppo di cittadini, difensori del paesaggio, manifestò pubblicamente contro una multinazionale del petrolio che aveva progettato la costruzione di una mega raffineria a Fornovo e si oppose pacificamente, ma con efficacia, ad una speculazione edilizia che avrebbe snaturato le belle colline intorno a Sala Baganza».
Per questo «Lidia finì sul banco degli imputati, ma lo considerò sempre un onore, visto che con lei, ugualmente denunciati e poi assolti, sedevano nomi di spicco per levatura morale e impegno civile, come il futuro parlamentare e presidente della nostra Provincia Andrea Borri».
La sua villetta in via Gibertini è stata sempre generosamente aperta a tutti, umani ed animali. «La prima sede della nascente Lipu di cui era anima Francesco Mezzatesta, amico dei figli di Lidia - si legge -, fu nel giardino e nel bagno di servizio di casa Sanguinetti, dove visse per qualche tempo il barbagianni Gianni, ritrovato ferito e salvato». Nel 1991 le prime riunioni di Ada «furono ospitate nella taverna di Lidia mescolando torta al mandarino, raccolte firme in difesa della natura in città, contatti con importanti figure femminili e risate tra amiche. La ricordiamo con il suo bel sorriso, con la sua capacità di sdrammatizzare e di superare dolori e difficoltà con la forza dell'affetto per gli altri. Lei non ci vorrebbe tristi ed è ciò che ci sentiamo di dire con affetto ai figli Paola, soprano, e Giorgio, musicologo e alla nipote Giulia, violoncellista cui Lidia ha trasmesso la passione per la musica e di cui è sempre stata infinitamente orgogliosa».
«Grazie per averci aiutato a lanciare il Wwf e la Lenacdu che poi trasformammo in Lipu a Parma - la ricorda invece lo storico ambientalista parmigiano Francesco Mezzatesta -. Grazie per aver contribuito a salvare i Boschi di Carrega dal progetto di costruirvi 400 ville e grazie per la difesa del Taro minacciato da mega raffinerie e da eccessi di escavazione. Grazie anche per avere ospitato nella tua casa di via Gibertini i rapaci feriti che non riuscivamo a ricoverare al nascente Centro recupero rapaci. Ridevi quando il barbagianni volava nel tuo salotto e vogliamo sempre ricordarti con quel sorriso».
r.c.