CIRCOLI
«I Molén Bass», simbolo di San Leonardo
Da quasi quarant’anni è un punto di riferimento e socializzazione per il quartiere San Leonardo. Il circolo «I Molén Bass”, affiliato all’Aics, fu fondato nel 1984 e trovò casa in via Firenze, in un locale comunale, già sede dell’acquedotto.
Ma la sua seconda vita ha inizio nel 2011, con il trasferimento nei locali di via Guastalla, di proprietà del circolo, uno spazio sobrio ma sufficientemente ampio e ben organizzato per accogliere i soci, prevalentemente pensionati, che lì trascorrono in amicizia qualche ora della loro giornata.
Protagonista degli ultimi dieci anni, praticamente dal trasferimento nell’attuale sede, è il presidente Paolo Mangora, classe 1952, anche lui pensionato, già responsabile di produzione di una ditta di materie plastiche. Sposato con Gabriella, con due figli – Michele e Luca – e 4 nipoti, dedica il suo tempo libero come volontario al circolo, divenuto un po’ la sua seconda casa, dopo aver ricevuto il testimone da Mauro Franchini, tuttora consigliere.
In questo decennio, di vicende umane ne ha vissute tante, ma non può dimenticare la maledizione dell’estate 2021, quando mezza Italia era spensieratamente in vacanza e tanti ormai pensavano che la pandemia fosse un brutto ricordo da raccontare ai nipoti. Subito dopo Ferragosto, ai Molén Bass si è avuta la dimostrazione che così non era: «Se vogliamo parlare del circolo non posso non partire da qui – esordisce Mangora –; la riapertura dopo Ferragosto è stata un incubo che non dimenticherò mai. Attorno al 20 agosto abbiamo scoperto che cinque soci si erano ammalati di Covid. È stato un fulmine a ciel sereno, per noi erano tutti vaccinati, ma forse qualcosa è sfuggito al controllo. A questo punto ci siamo attivati immediatamente, comunicando l’accaduto all’Ausl, che nel giro di pochi giorni ha organizzato appositamente uno screening con i tamponi rivolto a tutti i soci che si sono sottoposti volontariamente all’esame. Alla fine dell’operazione ne sono risultati positivi una ventina, pochi si erano ammalati, ma purtroppo un nostro anziano socio non ce l’ha fatta. Quando è successo abbiamo chiuso il locale per un mese, collaborando con i Nas e con l’Ausl per poter riaprire in sicurezza a metà settembre con tutti gli accorgimenti possibili: locali sanificati accuratamente, lettore della temperatura e registro delle presenze. Insomma, abbiamo agito con il massimo della trasparenza e della prudenza, ma nonostante questo abbiamo perso diversi soci, spaventati da ciò che era accaduto».
A tutt’oggi il Circolo di soci ne conta 250, è aperto tutti giorni, con la sola esclusione di Natale, Pasqua e Ferragosto. Il tutto solo grazie ai volontari, perché – ci tiene a precisare Mangora – tutte le attività del Circolo, compreso il bar, sono gestite direttamente e senza alcun compenso dai soci: «Siamo fra i pochi a Parma - sottolinea il presidente -, facciamo il possibile per regalare ai nostri ospiti abituali, che sono tanti, qualche ora di serenità e di socializzazione in sicurezza: qui si gioca a carte, ma rigorosamente mascherati, si beve una malvasia in compagnia fra una battuta e l’altra, il mercoledì e la domenica facciamo polenta fritta e torta fritta con salume, ci guardiamo le partite del Parma su Sky, in attesa di poter riprendere anche le attività che abbiamo dovuto sacrificare, come le gite sociali al mare e al lago, che per noi erano un’ottima occasione per stare insieme e trascorrere giornate diverse, e le cene al circolo, rese piacevoli dai nostri addetti alla cucina. Confido che riprenderanno con il ritorno alla normalità».
Appesa alle pareti si trova la storia, il presente e il passato del circolo: il quadro dedicato alle Barricate, opera della scuola di pittura di un passato ormai lontano, le immagini di Verdi e Toscanini accanto alle più recenti maglie di Crespo e De Rossi (arrivate grazie all’antica amicizia con Pippo Inzaghi), le foto della squadra di calcio della San Leo, «adottata dal Circolo», i premi Fidas e Angeli del Correggio, la pergamena firmata dal presidente di Asp Ad Personam, il tributo all’amico e sostenitore Roberto Ghirardi, «angelo volontario nel settore infanzia e terza età». Il volontariato è appunto l’altra missione de I Molén Bass: «Ne siamo molto fieri – afferma Mangora – perché è il frutto della nostra gestione diretta. Negli ultimi anni abbiamo donato all’Ospedale dei Bambini due computer e diecimila euro per una borsa di studio sulla rete informativa delle pediatrie, due letti ortopedici alla Cooperativa Molinetto, e non perdiamo occasione per ospitare anziani meno fortunati di noi che vivono nelle case protette». Dove un tempo scorreva il Canale Naviglio, ora scorre una gioiosa solidarietà. Antonio Bertoncini
Da via Firenze a via Guastalla
Il Circolo I Molén Bass, affiliato all’Aics, fu fondato con un atto notarile il 20 febbraio 1984, ma era già di fatto attivo dal 1982.
Primo sottoscrittore fu Olmes Mangiavacca, che ne divenne anche primo presidente.
Il circolo trovò sede nel cuore del quartiere San Leonardo, in via Firenze, in un locale comunale, precedentemente sede di un acquedotto, fino ad allora occupato dalle sedi locali dei tre maggiori partiti: Pci, Dc e Psi. Il circolo divenne subito un punto di riferimento importante per il quartiere.
Lo conferma Bruno Bandini, oggi ottantacinquenne, originario di Colorno, ferroviere in pensione, socio fondatore, presidente per oltre dieci anni dopo Mangiavacca, e attualmente presidente onorario: «I primi anni sono quelli che ricordo con maggiore affetto e un po’ di nostalgia – ammette Bandini –; eravamo più giovani, avevamo voglia di socializzare, il quartiere era la nostra comunità. Non abbiamo fatto nulla di eccezionale, ma tante iniziative apprezzate dai soci, allora più numerosi, di età media più bassa e con una significativa presenza femminile. Si giocava a tombola tutte le settimane, avevamo un gruppo di canto, una scuola di pittura e le gite sociali erano un evento per molti immancabile».
Al Circolo I Molén Bass si pensava anche ai giovani, tanto che fu allestito un campo sportivo in via Guastalla, dove giocava la squadra amatoriale che faceva capo al circolo.
La svolta arriva nel 2011, quando il Comune decide di rientrare in possesso dell’immobile di via Firenze per adibirlo a scopi istituzionali: «A quel punto – ricorda il presidente onorario Bandini – fummo costretti a lasciare la nostra storica sede, ma non ci siamo persi d’animo: abbiamo acquisito il locale nella vicina via Guastalla, lo abbiamo ampliato attrezzando lo spazio esterno, e oggi abbiamo una sede che è adeguata alle nostre necessità».
La conclusione è piena di orgoglio: «Neppure la pandemia è riuscita a farci chiudere: “I Molén Bass” è vivo e vegeto, e già guarda ai prossimi quarant’anni grazie allo spirito di servizio dei volontari che finora non hanno fatto mancare il loro contributo». A.B.