E un ferito a bottigliate in via Verdi
Rissa tra decine di persone nella notte in via Reggio
Chi, nel pomeriggio di sabato, è passato lungo via Verdi dice di non aver notato nulla di particolare. «E' così. Fino ad una certa ora c'era la solita sguaiata folla di ogni fine settimana: persone stravaccate a terra o infrattate tra le auto in sosta, impegnate a buttare giù una birra dopo l'altra urlando», racconta un residente che però, all'improvviso ha sentito delle grida e, soprattutto, il sibilo delle sirene. Segno inequivocabile di guai in vista.
«Erano da poco passate le 19.15 quando qui sotto sono arrivati ambulanza e carabinieri e mi è bastato buttare l'occhio per sobbalzare: stavano soccorrendo qualcuno e c'era pieno di sangue dappertutto». Basta scorrere le foto per capire che quando si parla di tanto sangue non è solo un modo di dire.
Questa volta a dover ricorrere alle cure del 118 è stato un nigeriano di poco meno di 40 anni che, secondo le vaghe dichiarazioni dello stesso ferito, avrebbe iniziato a litigare con altre persone. Che ben presto sono passate dalle urla alle spinte. E, infine, alle bottigliate.
«Erano cinque e mi hanno assalito», ha raccontato il ferito sotto choc e con un profondo taglio alla testa. Segno di un colpo dato da qualcuno che voleva fare male. Come detto sul posto sono intervenuti gli uomini del 118 che hanno caricato il ferito portandolo al Maggiore a tutta velocità: la ferita e l'emorragia hanno fatto temere per la sua vita. Per fortuna però, una volta sottoposto ad accertamenti e alle medicazioni del caso, si è potuto escludere un immediato pericolo ed è stato poi dimesso dopo qualche ora.
Tutto bene allora? Non proprio, visto che resta il problema di questa ennesima aggressione che arriva a poco più di 20 giorni di distanza da un accoltellamento avvenuto a due passi da lì, nelle prime ore di una mattina qualsiasi. Quel caso, in realtà, resta misterioso per dinamica e apparenti motivazioni e del responsabile ancora non c'è traccia mentre l'episodio di sabato sembra rientrare in quel contesto di degrado diffuso che la gente della zona segnala ormai da molto tempo.
«Ci sono sfaccendati che tutto il giorno ciondolano qui intorno, si ubriacano e poi alla fine esplodono le zuffe. Non si tratta di chiedersi se succederà. Ma piuttosto quando capiterà di nuovo», è l'amaro sfogo.
Dopo l'aggressione sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno cercato di raccogliere qualche indicazione utile per le indagini che, come sempre, appaiono tutt'altro che facili. All'arrivo delle sirene c'è stato il solito fuggi fuggi, il ferito trincerandosi dietro la scarsa conoscenza dell'italiano ha mormorato solo poche frasi confuse e la consueta omertà del sottobosco dello spaccio ha fatto il resto.
«Ormai siamo rassegnati, succedono sempre queste cose - è l'ultima considerazione di un residente. - E continueranno a succedere fino a che non si prenderanno poche e semplici decisioni: qui non serve l'esercito ma piuttosto un ben cadenzato monitoraggio delle forze dell'ordine, controlli mirati e un giro di vite sui market che smerciano alcol a ogni ora del giorno. Quelli che bazzicano qui intorno si sentono intoccabili e lo dimostrano andando a fare pipì proprio sotto il cartello che avverte “zona videosorvegliata”. C'è il cartello ma non la telecamera: loro lo sanno e ci prendono pure in giro».
Maxi rissa in via Reggio
«Quando sono arrivato in via Reggio erano circa le 4 e 40 del mattino. E, di colpo, mi sono trovato davanti una specie di battaglia».
Paride Tridente lavora da tempo come guardia giurata per la Coopservice e il suo lavoro gli ha regalato la scorza dura di chi non si scompone davanti agli imprevisti. Ma nonostante questo l'altra sera, per un attimo, è rimasto interdetto. Perché gli sembrava di essere finito nel bel mezzo di un film.
«Dovevo raggiungere una azienda che rientra nel mio giro abituale quando in via Reggio, non lontano da un pub, sono incappato in quella massa di persone che se le stava dando di santa ragione».
Il tempo di contarle una ad una non c'è stato: ma erano comunque decine. «Erano sia sui marciapiedi sia sulla strada e a gruppetti si picchiavano con cattiveria». Qualcuno cercava di sbattere il contendente contro le auto in sosta, qualcuno usava i pugni ma c'era anche chi brandiva bottiglie e pure bastoni. Ed ovviamente bisognava fare qualcosa.
«Non potevo certo intervenire da solo. Così, istintivamente, ho cercato di usare l'auto per separarli, per tenerli distanti tra di loro. Per accrescere l'effetto ho puntato il faro del mezzo e le luci di servizio addosso ai più agitati per farli desistere».
Ma non sarebbe bastato. «Così ho allertato la centrale operativa chiedendo rinforzi e intanto, usando con estrema cautela la macchina, ho provato ad allontanarli». Non è stato facile: quella massa di esagitati, apparentemente ben vestiti e di una età compresa tra i 25 e il 40 anni, sembravano fuori di se. E Tridente ha visto anche qualcuno finire a terra preso a calci mentre era disteso e senza difese. «Per fortuna, poco dopo sono arrivati diverse auto della polizia e dei carabinieri e il suono delle sirene ha disperso la zuffa». Ma non ha placato gli animi: alcuni sono saliti in auto e fuggiti sgommando, altri sono scappati a piedi sempre brandendo le bottiglie recuperate nei cassonetti rovesciati.
«Io ho cercato di indicare agli operatori delle forze dell'ordine le vie di fuga e di dare una mano». Ma si sa: in questi casi la fiamma si spegne in un baleno. Ma lascia dietro la cenere. Un uomo è stato trovato lievemente ferito mentre altri contusi sono certamente fatti salire sulle auto degli amici. E sulla strada è rimasto un tappeto di vetri. Sulla vicenda stanno ora indagando i carabinieri: sembra che a fronteggiarsi siano stati due gruppi formati da italiani da una parte e nordafricani dall'altra. Anche se resta da capire cosa abbia acceso la miccia. Forse i soliti futili motivi, una frase sbagliata e qualche bicchiere di troppo. Ma non si esclude che tra i due gruppi ci siano pregressi motivi di ostilità da risolvere con le maniere forti: in strada, senza regole. «Proprio come in un film».