LUTTO

Stefano Lottici, il commercialista che amava le Dolomiti

Attento, scrupoloso e pragmatico. «Spaccava il capello in quattro». Per i colleghi dello studio in via Mazzini Stefano Lottici, scomparso ieri mattina a 61 anni, era il commercialista vecchio stile che rappresentava un punto di riferimento. Nel suo lungo curriculum compaiono molti incarichi in società importanti e prestigiose, ma anche se il lavoro gli lasciava poco tempo per coltivare delle passioni, durante le vacanze riusciva a ritagliarsi qualche giorno di libertà per passeggiare e ricaricarsi in mezzo alle amate montagne dell'Alto Adige. Il suo luogo del cuore era San Cassiano, in Alta Badia. Fino ai 30 anni ha continuato a giocare a calcio - arrivò in prima categoria - e una delle maglie che indossò per più tempo fu quella della Virtus. Mosso da una forte tensione etica, fu tra i promotori del comitato che portò alla creazione della fondazione di comunità Munus, di cui era membro del collegio dei revisori.

Nato e cresciuto in via Trento, nell'84 si è laureato all'Università di Parma e dieci anni dopo è stato eletto presidente dell'Unione giovani dottori commercialisti. Questo incarico durerà un anno, mentre il suo impegno per la categoria proseguirà. Infatti, è stato consigliere dell'Ordine dal 1995 al 2001.

Curatore fallimentare, amministratore di sostegno di diverse persone per conto del tribunale, commissario liquidatore e sindaco in numerose e importanti società. Al momento era sindaco effettivo in Crédit Agricole, dopo essere stato nel cda di Crédit Agricole Vita e di Cariparma. È stato sindaco effettivo della Cassa di risparmio di Rimini e presidente del collegio sindacale della Fondazione Cariparma.

È stato anche nell'organo di vigilanza del Vis - Volontariato internazionale per lo sviluppo onlus, un organismo non governativo promosso dal Centro nazionale opere salesiane, con sede a Roma.

A Parma fu tra la quindicina di persone che diede vita al comitato che portò alla creazione della fondazione di comunità Munus. «Ricordo l'entusiasmo e la determinazione con cui partecipò a questa avventura. È stato sempre presente», ricorda Giorgio Delsante, presidente di Munus. Ora che Lottici era nel collegio dei revisori della fondazione, aggiunge sempre Delsante, «la sua statura etica lo portava a ricoprire questo ruolo con grande fermezza professionale. Era un revisore dei conti attento e rigoroso. Quello fatto insieme è stato un bel cammino».

P.Dall.