Terremoto

Quei segnali di avvertimento rilevati una settimana prima

Valentino Straser

Le due scosse telluriche, di magnitudo uguale e superiore a quattro, registrate dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia a poco più di un’ora l'una dall’altra, hanno innescato una sorta di «effetto domino», che ha alimentato una breve sequenza sismica.

I terremoti, otto di magnitudo superiore a due, si sono verificati a una profondità uguale e inferiore a sette chilometri, in un intervallo temporale di circa nove ore, sempre nello stesso areale fra Bagnolo in Piano e Correggio. Le repliche che hanno fatto seguito alle due scosse più forti sono diminuite in numero e magnitudo, seguendo il tipico andamento di una sequenza sismica. La «moderata» magnitudo dei terremoti ha provocato apprensione ma senza causare danni. Le onde sismiche, generate a poca profondità dalla superficie, hanno fatto sentire maggiormente i loro effetti su alcuni edifici, amplificati dalla natura del sottosuolo e dai depositi alluvionali.

I terremoti si sono verificati in una zona studiata da oltre mezzo secolo da geologi e geofisici, nel contesto delle dinamiche orogenetiche dell’Appennino. Come spesso accade in simili circostanze, torna a porsi il tema della «prevedibilità» e dei progressi compiuti dalla scienza e dalla tecnologia in questi ultimi decenni. Nel delicato ambito dello studio dei candidati precursori sismici e delle metodologie adottate da centri di ricerca dislocati in tutto il mondo, rientra anche il sistema Rdf (Radio direction finder), attualmente in fase di sperimentazione non solo in Italia, ma anche in Malaysia e Nordafrica. Si tratta di un radiogoniometro utilizzato nella ricerca di potenziali emissioni radio pre-sismiche, sviluppato dal Radio emissions project di Roma, partendo da una tecnologia informatica. Un ricevitore radio computerizzato dedicato alla rilevazione della direzione della radiazione elettromagnetica della radiazione ricevuta grazie all’uso di antenne radio direzionali. La rete italiana Rdf aveva rilevato, circa una settimana fa, segnali intensi provenienti nella direzione del Parmense, Bagnolo e Correggio. La sperimentazione, volta essenzialmente a effettuare una diagnosi crostale e a individuare a scopo scientifico le tensioni che si sviluppano nel sottosuolo, è stata testata anche ad altre zone italiane, fornendo dati incoraggianti, ma non certi.

L’esito della tecnologia RDF, ancora in via di perfezionamento e di validazione, è stato presentato e discusso in convegni scientifici internazionali, anche recenti. La tecnologia Radio Direction Finder, oltre ad essere impiegata per la ricerca di stress crostali in atto, è stata recentemente associata in un ambito interdisciplinare per lo studio di potenziali effetti indotti dalle onde elettromagnetiche sugli animali.

In particolare, il metodo è stato utilizzato in occasione del terremoto di Visso-Macerata nell’ottobre scorso, per lo studio di eventuali connessioni fra le emissioni elettromagnetiche e la migrazione inversa dei piccioni viaggiatori. Un fenomeno già osservato nel 2016, durante la crisi sismica dell’Italia Centrale.