BABY GANG
Bocchi: «Azioni carenti» Casa: «Grande lavoro di squadra»
«Cosa volete fare da grandi?»: la domanda del conduttore Francesco Silva è arrivata a bruciapelo, prima di cominciare a parlare di sicurezza a Parma, che è stato il tema dell’incontro organizzato al Cubo da Fratelli d’Italia in vista delle elezioni.
Priamo Bocchi, referente locale di Fratelli d’Italia, non ha avuto dubbi: «Stiamo lavorando perché il centro destra possa presentarsi unito. Io resto disponibile con spirito di servizio: deciderà il partito se dovrò presentarmi per il Consiglio comunale. Se l’unità del centrodestra fosse impossibile e mi venisse chiesto, sarei disponibile a correre in prima persona». Meno chiara e volutamente sfuggente la risposta dell’assessore Cristiano Casa: «Valuterò il mio futuro professionale cercando di mettere a frutto le competenze maturate in questi anni nell’attività di amministratore. Per me sarà un periodo di grandi cambiamenti».
Dai futuri destini dentro e fuori la politica, alla politica vera per parlare di sicurezza. Casa ha ribadito che non si parte da zero, che tanto si sta facendo e gli stessi cittadini non sono più spettatori, ma protagonisti. «Sulle baby gang – ha detto l’assessore – si lavora alacremente sul doppio binario di repressione e prevenzione insieme alle altre istituzioni. Loro sono più svelti, usano i social e spostano rapidamente il teatro delle loro azioni, ma i responsabili vengono smascherati». L’assessore ha annunciato l’assunzione di 20 agenti che porteranno il corpo ad avere 190 unità, ma non le 220 previste per Parma. Casa ha poi difeso l’operato dell’Amministrazione: dal 2012 a oggi le telecamere sono triplicate arrivando a 414, i presidi delle forze dell’ordine sono estesi ai parchi, sono state istituite 45 squadre per i controlli di vicinato con 3000 persone.
Diversa la lettura di Priamo Bocchi: a suo parere le baby gang certificano il fallimento delle principali istituzioni. Il lockdown e il consumo di droga, insieme alla fragilità di molti ragazzi immigrati rendono tutto più difficile, ma l’azione delle istituzioni è carente. E aggiunge che il centro storico è desertificato e pericoloso, che gli agenti di Polizia Locale sono pochi e mal utilizzati. Insomma, per lui «la sicurezza deve essere al primo posto», e propone il vigile di quartiere, più ronde notturne, dotazione di bastone distanziatore e taser, più telecamere, lotta la degrado: «Basta- ha concluso – con atteggiamenti pigri e lassisti». «Il taser è pericoloso – ha risposto Casa – ma adotteremo uno strumento che spara un laccio immobilizzante come a Genova».
Antonio Bertoncini