Guerra e accaparramenti
Torna la normalità dopo l'assalto ai supermercati
Dopo gli assalti agli scaffali nella giornata di sabato, dettati dal timore di restare con la dispensa vuota, ieri è tornato tutto alla normalità, o quasi, nei supermercati cittadini. La momentanea revoca del preannunciato sciopero degli autotrasportatori ha tranquillizzato i consumatori. Così sugli scaffali sono riapparsi zucchero, farina, scatolame, caffè e olio d’oliva, anche se, in alcuni casi, per regolarizzare la quantità e la varietà dei prodotti esposti sarà necessario aspettare i rifornimenti di lunedì o martedì, che al momento non sono più in discussione.
L’unico genere che manca ovunque, per effetto della guerra in Ucraina, è l’olio di semi e probabilmente dai prossimi giorni diventerà introvabile.
Al Lidl in via Venezia, ad esempio, di olio di semi ne sono rimaste poche bottiglie, e nessuna di quelle più richieste, e anche la farina più usata è al momento introvabile, in attesa dei rifornimenti. Stesso copione nel vicino supermercato Conad: olio di semi e farina sono merce rara ma, almeno per la farina, il problema dovrebbe risolversi con il rifornimento programmato per martedì.
Non manca nulla sugli scaffali dell’Ipercoop al Centro Torri, presi d’assalto dai consumatori preoccupati. Farina, olio e zucchero ci sono ancora, ma per l’immediato futuro non c’è nulla di sicuro: tutto dipenderà dalla regolarità dei rifornimenti da parte degli autotrasportatori alle prese con l’impennata dei costi di carburante, mentre per l’olio di semi la situazione è legata alle conclusioni delle ostilità in terra ucraina.
In questa situazione c’è anche chi, per evitare che gli «accaparratori» svuotino gli scaffali, ha deciso di contingentare l’acquisto di qualche prodotto, per ora, in particolare l’olio di semi: sugli scaffali Esselunga ce n’è ancora, ma non se ne possono acquistare più di due bottiglie. Stessa soluzione ha adottato l’Interspar di San Leonardo: due bottiglie di olio di semi per ogni carrello della spesa.
Intanto il Ministero dello sviluppo economico ha deciso di consentire alle nostre industrie alimentari di utilizzare etichette e imballaggi in loro disponibilità, pur sostituendo l’olio di girasole (che ormai non si trova davvero più perché il 70% arriva dall’Ucraina) con altri oli vegetali nella lista degli ingredienti. In ogni caso, fra l’impennata dei costi energetici, l’inflazione che sale, il minacciato sciopero degli autotrasportatori e l’effetto della guerra in Ucraina, i consumatori non possono dormire sonni tranquilli: se poi ci sono gli ansiosi che rimpinzano le dispense di casa, il rischio è che qualche prodotto di largo consumo venga davvero a mancare. E soprattutto, sarà inevitabile un sia pur graduale ma significativo aumento di costi sul carrello della spesa. Per carne e pesce il rincaro è già cominciato.
Antonio Bertoncini