Intervista
Cisco Bonardi: «Una canzone per mio padre Robi» - Guarda il video
Oggi, 29 marzo 2022, sarebbe stato il compleanno di Robi Bonardi, il settantunesimo. Non lo è perché poco più di un anno fa, esattamente il 19 marzo 2021, il Covid se l’è portato via e adesso sarà probabilmente in compagnia dei quei grandi artisti che tante volte ha fatto sentire con i loro dischi suonati in tante serate musicali.
Non c’è il compleanno ma c’è il regalo, confezionato dal figlio maggiore Cisco, da trent’anni apprezzato membro della scena rap e hip hop locale e nazionale, con le sue band, gli storici RH Positivo (Alessandro Pyro Pirozzi, Matteo Papini e Dj Aiki) e Hotel Ghé Mèl (Dj Keyo, Zinko e Snooze). È un regalo per papà Robi, per tutta la comunità musicale e artistica e per la città intera. Si chiama «Hey Dj 2022», canzone scritta apposta per lui e disponibile da oggi su tutte le piattaforme di streaming online, mentre il video è su YouTube.
«Questa canzone - racconta Cisco - è nata durante la lavorazione del disco degli Hotel Ghé Mèl (uscito nel 2018, ndr). Mio padre c’era ancora e io avevo scritto solo la prima strofa. La seconda strofa, invece, l’avevamo dedicata al nostro dj e produttore DJ Keyo (Claudio Ognibene), come per una specie di passaggio di testimone. Purtroppo però il Covid ci ha portato via papà, ma io avevo quella canzone lì… Questa estate, durante la serata "Vocedonna" che aveva inventato lui, con tutte le ragazze che hanno partecipato abbiamo cantato quella prima strofa. Poi, dopo quella serata, in cinque giorni ho completato il testo, DJ Keyo ha fatto gli arrangiamenti e l’ho registrata. L’idea era di far cantare il ritornello da tutte le cantanti del progetto, ma non è stato possibile così l’ho chiesto a Matteo Papini, che è sempre una garanzia».
”Hey Dj 2022” è una canzone tanto semplice quanto toccante...: «Io e te sangue nel sangue/dal solco del vinile un suono si spande/Io e te uniti dalla musica/l’amore più grande, dice il ritornello...
«Abbiamo voluto fare tutto in modo pulito e molto semplice, usare le parole e il canto nel rap è l’unica cosa che mi viene bene per cui è stato naturale fare un omaggio così. Anche nel video, in cui le riprese in studio si mescolano bellissime immagini di Parma riprese con il drone».
Che esempio ha lasciato, a te come papà e alla città con il suo impegno nei tanti progetti artistici che ha portato a Parma?
«Lui era un alchimista, stregone che riusciva a farsi voler bene da tutti. Era l’esempio vivente che è possibile trasformare una passione in un mestiere, che ha fatto molto bene indipendentemente dal gusto e dalla sua cultura musicale pazzesca. È stato anche autore, regista, ha scoperto tanti talenti. Aveva la dote di rivolgersi ai giovani dicendo di non mollare, di ricercare il proprio percorso, di studiare, di essere concentrati perché, come nello sport, per realizzarsi bisogna avere un obiettivo. Papà mi ha lasciato la voglia di crederci sempre e di esserci sempre anche per gli altri. In questo lui era inarrivabile, però mi ha lasciato l’umiltà».
Oltre l’omaggio, quale obiettivo ha questa canzone?
«Dimostra l’importanza di mettersi tutti insieme per fare qualcosa di bello per la nostra città, ognuno a modo proprio ma sempre collaborando. Anche se le risorse sono poche, se ognuno aggiunge la propria parte si possono fare bellissime cose. È un messaggio per noi ma anche per le istituzioni».
Alla canzone hanno contribuito anche Roberto Mora per le riprese video, Rachele Camisa per le riprese aeree e Simone Stritti per il montaggio. La registrazione è stata fatta ai Sonic Temple Studio di Parma.