OPERE INCOMPIUTE
Campari (Lega): «L'Autorità di bacino si trasferirà al Ponte Nord, c'è l'ok della Corte dei conti»
Il Ponte Nord, una delle più grandi, e discusse, opere pubbliche incompiute, dovrebbe presto trovare una sua utilità, grazie al superamento - dato per certo - di uno scoglio burocratico - il via libera della Corte dei conti - che ancora bloccava il cantiere della sua trasformazione. La parte abitabile del ponte che tutti chiamano Nord, nonostante il nome ufficiale sia Ponte Europa, ospiterà la sede dell'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. L'annuncio lo dà il senatore parmigiano della Lega, Maurizio Campari, che nella primavera del 2019 era riuscito a far approvare un emendamento per trasformare l'incompiuta nel terzo ponte abitato d'Italia, dopo il Ponte Vecchio a Firenze e il Ponte di Rialto a Venezia.
Al momento non ci sono tempi certi sull'inizio dei lavori e quindi nemmeno sul trasloco dell'Autorità di bacino da barriera Garibaldi, dove è ora, al ponte che collega via Europa con l'Efsa (via Reggio), ma il via libera della magistratura contabile, per Campari, toglie ogni alibi ad eventuali ritardi. E qui il senatore punta il dito contro il «temporeggiare» dell'amministrazione comunale, accusata di aver lasciato il ponte in balia del degrado in attesa della sua rinascita con il nome di Ponte delle Acque.
Ostacolo superato
«Con grande soddisfazione - esordisce Campari in una nota stampa diffusa ieri - posso dire che mi risulta che anche la Corte dei conti abbia dato il nulla osta contabile all’accordo tra Comune di Parma e Autorità di bacino. L’ultimo adempimento burocratico è stato espletato e il sindaco Pizzarotti non avrà più alibi per il suo lungo temporeggiare sulle procedure per permettere l'utilizzo del Ponte Nord. Può così concludersi il percorso iniziato nella primavera del 2019 con il mio emendamento al decreto Sblocca cantieri che apriva la strada all’utilizzo della struttura».
Critiche a Pizzarotti
Il senatore se la prende poi con il sindaco e la sua giunta. «A quasi tre anni di distanza, dopo le interminabili perdite di tempo del Comune, finalmente l'infrastruttura potrà essere sottratta al degrado ed all'abbandono per tornare in possesso dei parmigiani con una funzione sociale. Il Ponte delle Acque ospiterà l’Autorità di bacino, diventando così uno dei tre ponti "abitati" d'Italia, dopo Ponte Vecchio a Firenze e quello di Rialto a Venezia».
Caduto nel dimenticatoio
Per anni il ponte è rimasto uno spazio vuoto - sono stati rarissimi gli eventi che ha ospitato - diventando terra di nessuno. «Dal suo completamento nel 2012, la struttura è infatti rimasta sempre inutilizzata a causa delle norme vigenti in materia di abitabilità dei ponti, fino all’emendamento del 2019. Da allora, una serie interminabile di ritardi dell’amministrazione Pizzarotti hanno trascinato la vicenda fino ad oggi. Ci siamo a lungo chiesti perché dal 2019 a oggi l’amministrazione Pizzarotti si sia attardata ad osservare il degrado in cui scivolava la struttura, invece di fare tutto il possibile per restituirla il prima possibile alla città. Un atteggiamento avverso evidente sin dall’inizio del mandato. Il recente “ok” della magistratura contabile, toglie al sindaco ogni alibi e lascia solo l’amaro per il tempo perduto».
Verifiche e permessi
Lunedì pomeriggio, durante il dibattito in consiglio comunale, l'assessore all'Urbanistica, Michele Alinovi, aveva ricordato che l'accordo tra Comune e Autorità di bacino era stato sottoposto al vaglio della Corte dei conti.
Ma perché è stato necessario questo passaggio? È stato il ministero della Transizione ecologica a suggerire all'Autorità di bacino di inviare alla magistratura contabile tutta la documentazione prima di procedere con il progetto, il bando e l'affidamento dei lavori, per trasformare uno spazio disabitato in una sede adatta ad accogliere in via definitiva i suoi uffici e dare un senso e un'utilità a questa incompiuta.
r.c.