TIZZANO

Sorpresi mentre cibano cinghiali: denunciati due cacciatori

Beatrice Minozzi

Tizzano Due cacciatori tizzanesi sono stati denunciati per foraggiamento illegale di cinghiali e rischiano una sanzione penale che prevede l’arresto da due a sei mesi e un’ammenda da 500 a oltre duemila euro.

Sorpresi in flagranza di reato dalla Polizia locale dell’Ente parchi dell’Emilia occidentale, nell’ambito di una specifica campagna di controlli in area Pre-Parco, i due cacciatori nei pressi del torrente Parmossa avevano installato dei grossi contenitori di plastica riempiti di mais e dotati, alla base, di un apparecchio elettro-meccanico in grado di rilasciare sul terreno dosi giornaliere di cibo.

Il foraggiamento di cinghiali è una pratica vietata dal 2015 ed è una tecnica venatoria utilizzata da cacciatori e bracconieri per «mettere all’ingrasso» i cinghiali e renderli più prolifici, ma anche per attirarli sempre in un determinato punto e renderli più confidenti nei confronti dell’uomo che li nutre, per poi cacciarli. Una pratica deleteria, quindi, che rischia di avvicinare gli animali ai centri abitati e di compromettere seriamente la loro salute: somministrare cibo inappropriato o in grosse quantità, infatti, può causare problemi gastrointestinali, ma anche rischio di avvelenamento nel caso in cui il cibo dovesse avariare nel contenitore.

Tutto questo risulta ancor più grave considerando il focolaio di peste suina africana in corso, patologia virale molto infettiva e contagiosa che colpisce la specie suina ed il cinghiale. Il focolaio è per ora limitato ad alcune zone del Piemonte e della Liguria, alcune delle quali si trovano però al confine con la nostra regione.

E’ per questo che l’atto illecito di cui si sono resi responsabili i due cacciatori tizzanesi risulta ancora più grave: trovando una grossa quantità di cibo, infatti, i cinghiali si ammassano uno vicino all’altro, favorendo la potenziale diffusione della malattia anche nel caso di un solo esemplare infetto.

Sono durate settimane le indagini condotte dalla Polizia locale dell’Ente parco, che ha raccolto le prove per poi incriminare i due cacciatori, denunciati alla Procura della Repubblica in stato di libertà per foraggiamento illegale di cinghiali.

Il materiale da loro utilizzato è stato infine posto sotto sequestro penale a disposizione dell’autorità giudiziaria.