Duomo e Battistero imbrattati

Il vescovo: «Indignato anche come cittadino»

Michele Ceparano

«Un atto criminale, nel senso che in questo caso è stato commesso un crimine». Non usa mezzi termini il vescovo di Parma, monsignor Enrico Solmi, per definire ciò che è successo l'altra notte. Quello che è andato in scena è stato, infatti, uno sfregio al cuore della città. Qualcuno ha imbrattato le porte di luoghi sacri ai credenti, ma anche a chi non crede. Templi di fede e bellezza come il Duomo, il Battistero, la chiesa e l'Antica farmacia di San Giovanni e il seminario maggiore. Un percorso della fede e dell'arte racchiuso in pochi metri che fa pensare che la mano - che non sarebbe più anonima visto che la polizia locale, grazie alle immagini delle telecamere che ci sono nella zona, avrebbe già dato un volto al presunto responsabile e lo starebbe braccando - che ha colpito avesse un piano ben preciso. Quello di danneggiare gli ingressi con una sostanza oleosa, molto nociva al legno e altrettanto difficile da togliere.

Non usa mezzi termini neppure l'assessore alla Sicurezza e al Turismo Cristiano Casa per definire quello che è accaduto: «Un'idiozia totale. Sono stati, infatti, colpiti i nostri “biglietti da visita” come città e credo che sia qualcosa di inaccettabile. Ci muoveremo per identificare chi lo ha fatto e mi auguro che l'autore o gli autori possano essere puniti in maniera esemplare». Aggiunge Casa: «Già imbrattare un edificio privato è gravissimo, ma ancora di più un edificio pubblico, e in questo caso degli edifici sacri». Luoghi carichi di storia e spiritualità da preservare e difendere. «Io sono vescovo di Parma da quattordici anni - riprende monsignor Solmi - e già da allora il Battistero in particolare, anche per la sua collocazione in una zona d'ombra, è oggetto di comportamenti indegni, maleducati e che danno una pessima immagine della nostra città. Sono quattordici anni che lo dico».

Gli imbrattamenti sono stati scoperti ieri mattina intorno alle 7 quando i custodi hanno aperto le porte della cattedrale e si è scoperto che le tre porte centrali, le due laterali su via Cardinal Ferrari e su via del Consorzio e quella di accesso al campanile erano state imbrattate. Stessa sorte per le porte del Battistero. Subito la Fabbriceria, che si è occupa dell'amministrazione della cattedrale e del Battistero, ha denunciato l'episodio alla questura e informato la polizia locale. Immediatamente si sono messi all'opera anche i restauratori per un lavoro che richiederà pazienza e tempo dal momento che la sostanza oleosa scagliata contro gli ingressi ha danneggiato il materiale ligneo.

Nella zona del Duomo da tempo sono, comunque attive le telecamere e posizionate, intorno al Battistero, anche le catene, «un ulteriore sforzo - ricorda il vescovo - per le risorse della Fabbriceria. Nonostante questo vediamo ancora persone che le scavalcano e vanno a sedersi quando avrebbero anche altre alternative. Io voglio bene ai ragazzi che si siedono lì, ma ci vuole decoro. Devono capire che è un luogo importante per la nostra collettività».

Qualcuno ha voluto, però, ancora una volta lanciare un guanto di sfida a quello che non è solo un patrimonio di Parma, ma dell'intera umanità. Lo dimostrano i tanti turisti in visita anche ieri a questi gioielli che hanno però espresso il loro disappunto per averli trovati deturpati.

Proprio parlando del Battistero, monsignor Solmi ricorda che «proprio sul francobollo di Parma Capitale italiana della Cultura 2020+21, è riprodotta questa meraviglia dell'Antelami. Se uno pensa alla nostra città, infatti, pensa subito a questo monumento ancor più che agli altri». Tesori da proteggere anche con un'illuminazione adeguata. «In piazza Duomo - aggiunge - finalmente sono state riaccese alcune luci, dal momento che passare in questa zona era anche diventato pericoloso».

Come pastore e padre di tutta la comunità, oltre che come «cittadino indignato», vorrebbe anche parlare all'autore del gesto. «Gli chiederei: “Perché lo hai fatto? È stata solo una stupidaggine o hai qualcosa da dire?».

Faticano a trattenere la rabbia i vertici della Fabbriceria. «Si è trattato di una cosa molto grave e antipatica» è il commento del presidente Sauro Rossi che ha detto come, specialmente il Battistero, sia sotto attacco da tempo.

«Non è la prima volta, infatti, che qualcuno lo prende di mira - dichiara -. Dico anche che secondo me si tratta di vandalismo fine a se stesso. Non credo, infatti, che ci sia dietro qualche oscuro disegno. Ma la mancanza di educazione, quella sì». Elenca altri «attacchi» subiti dal monumento. «Una volta - racconta - hanno perfino usato i rosoni come spremiagrumi». Un episodio che potrebbe anche far sorridere, se non facesse piangere. Inoltre, «le scritte. Negli anni ne sono apparse di tutti i tipi, dal classico “Ti amo” ad altro. Duomo e Battistero sono una grande attrattiva turistica e questo, oltre che dal punto di vista morale, è un danno economico. Meno male, comunque, che nella zona ci sono le telecamere». Alle sue parole fanno eco quelle di Luigi Vignoli che della Fabbriceria è il vicepresidente ed è stato uno dei primi a portare il triste episodio alla conoscenza della città. «In passato - spiega - sulle porte del Battistero erano stati appesi dei cartelli e, di recente, proprio nella zona posteriore, dieci giorni fa è stata imbrattata la centralina elettrica. Ma mai si era verificato un atto del genere. Ora, speriamo nel lavoro di restauro».

Infine, come spesso accade quando vengono colpiti gli edifici sacri, qualcuno ipotizza che dietro possa esserci anche una «pista satanica». Pista che Guglielmo Scaiola, per anni membro del Gris, gruppo di ricerca e informazione su questo fenomeno, e studioso delle sette esclude. «Se qualcuno avesse voluto fare “seriamente” un segno satanico - spiega l'esperto parmigiano -, lo avrebbe fatto meglio. Avrebbe usato, ad esempio, la vernice nera come è accaduto anni fa alla Villetta». Ma le sette esistono anche a Parma? «Certo - non ha alcun dubbio -. Predicano la potenza dell'ego e sono un cancro che corrode il nostro tessuto sociale».