Il caso Oscar
Gene Gnocchi a Will Smith: «Ti insegno a rispondere per le rime»
Will Smith “bandito” dall'Academy Award: non potrà partecipare agli Oscar per 10 anni, conseguenza dello schiaffo in diretta al comico Chris Rock. La statuetta appena guadagnata (per il ruolo del padre delle sorelle Williams nel film «King Richard - Una famiglia vincente») non gli è stata tolta, ma la punizione è dura, rischia di compromettere la carriera dell'attore e i fan sono furenti. Facciamo l'”avvocato del diavolo” con Gene Gnocchi che però, da vero comico, difende il diritto alla comicità fino a fare una battuta (colma d'amore, è chiaro) anche sulla madre.
Gene, Smith ha sbagliato. Ma la battuta di Chris Rock, sulla calvizie della moglie dell'attore, era infelice.
«Ho visto e rivisto la scena e conosco Chris Rock, la sua comicità. La battuta può avere urtato Will Smith ma fa parte di un repertorio che in America è abitualmente usato. Se fossi stato in Will Smith, sarei andato sul palco e avrei risposto: “Bravo Chris Rock, che anche stasera cerchi di far ridere e non ci riesci. Ti sforzi, ti sforzi, ma non riesci proprio”. Un cazzotto non l'avrei di certo rifilato, anche se sì, la punizione è dura se è vero che i suoi contratti ora sono a rischio. Comunque la stand-up comedy americana ha questo stile graffiante».
Uno stile un po' lontano dal nostro modello di comicità. Senz'altro dal tuo.
«Sì, lontano da noi, però in America è in voga. Se pensi a Dave Chappelle: tocca nervi scoperti, è scorretto con la comunità Lgbtq+, però il suo è un vero spettacolo, per quanto corrosivo».
Tuttavia, da noi un presentatore non avrebbe fatto una battuta simile, credo.
«Da noi una battuta così non sarebbe stata possibile probabilmente. Da noi è diverso. Noi temiamo la canea dei social: prima di dire una battuta, non ci preoccupiamo del fatto che faccia ridere ma che non faccia impermalosire nessuno. Nell'ultimo spettacolo ho messo un pezzo sui presepi viventi, poi mi sono chiesto: “Ci sarà una associazione dei presepi viventi adesso che avrà da ridire?”. Con il dirompere dei social, è diventato più difficile fare comicità, ti coartano in certo senso».
Non erano gli Oscar ma era Sanremo 2004 nel tuo caso: ti è capitato di fare la battuta sbagliata, magari improvvisando, e come ne sei uscito?
«La battuta sbagliata è sempre in agguato. Però un conto è se non fai ridere, altro se offendi, diffami. In questo caso il “discrimen” è il diritto. Ho ricevuto anche qualche querela, ma tutto si è risolto perché quello che avevo detto rientrava nell'ambito del diritto di satira».
Ti è invece capitato di scusarti spontaneamente per una battuta?
«Sì, vent'anni fa, in un programma con Simona Ventura, facevamo dei finti spot e ne inventai uno con uno shampoo con il nome di un personaggio sportivo dell'epoca, calvo. Non sapevo che in realtà avesse avuto un problema di salute, lungi da me offenderlo e quindi mi scusai. La cosa finì lì».
Sei molto riservato sulle questioni familiari, ma qualche giorno fa avete festeggiato gli 89 anni di mamma Adriana. Le farà piacere se le facciamo gli auguri anche dalla «Gazzetta».
«Mamma Adriana è davvero forte. L'unico difetto è che mi chiama sempre il martedì mattina alle 9 mentre torno da Roma e sono all'altezza di Arezzo, che lì il telefono non prende bene. Le dico: “Aspetta almeno Firenze”, ma niente. Gli auguri le faranno molto piacere... a meno che non mi quereli perché ho rivelato la sua età».