OMICIDIO DI VICOFERTILE
Mallardo al garante dei detenuti: «Quando ho sentito “ergastolo” mi si è chiuso il cervello»
Alla parola «ergastolo» si è innescato il cortocircuito. «Mi si è chiuso il cervello e poi non ho capito più nulla», ha raccontato Patrick Mallardo a Roberto Cavalieri, il garante regionale per i detenuti che l'ha incontrato in vi Burla poche ore dopo la sentenza che ha tratteggiato, almeno per ora, il suo domani. Era rimasto in piedi, immobile, al fianco dei suoi avvocati nell'aula della Corte d'assise, ma l'eco della condanna gli è esplosa dentro. Tra il 4 e il 5 maggio dello scorso anno aveva massacrato con 33 coltellate Daniele Tanzi, un ragazzo della sua stessa età, e ferito l'ex fidanzata, Maria Teresa Dromì: poteva aspettarsi il massimo della pena, ma guardare dentro l'abisso è maledettamente complicato, a volte impossibile, soprattutto se hai solo 19 anni.
«Sono rimasto a parlare con lui in cella una quarantina di minuti e gli ho spiegato che comunque questa è solo la prima tappa del percorso giudiziario - sottolinea Cavalieri -. L'avevo incontrato la prima volta in questura, subito dopo l'arresto, perché aveva manifestato propositi suicidari. Tuttora rimane un soggetto a rischio, ma gli ho detto di chiamare immediatamente gli agenti e di farmi avvertire se ha bisogno. Mi auguro abbia tutto il sostegno possibile».
Patrick divide la cella con un detenuto sulla sessantina, che ha partecipato all'incontro con il garante. «Una persona adulta che possa fare anche da “contenitore” nel caso di un giovane a rischio come Mallardo: le scelte all'interno del carcere vengono fatte tenendo presente queste problematiche», spiega il garante.
Tuttavia, in questi undici mesi di carcere, dopo essere stato bloccato a poche ore dall'omicidio nella «fabbrica» di Vicofertile, Mallardo sembra aver già cominciato a rimettere insieme qualche pezzo della sua vita. «Si è sempre comportato correttamente, tanto che non ha mai avuto sanzioni disciplinari, e sta attuando un percorso lavorativo all'interno del carcere - dice Cavalieri -. Ha anche completato il corso di formazione professionale per operatore elettrico, che frequentava a Reggio Emilia, ottenendo la qualifica e si è iscritto al primo anno di scuola superiore, al Bodoni».
Ergastolo, ammesso che la sentenza diventi definitiva. Ma se così sarà, come auspicano i familiari di Daniele, non si tratta di un ergastolo «ostativo», per cui in prospettiva Mallardo potrebbe ottenere dei benefici. «E come società abbiamo due sfide davanti - sottolinea Cavalieri -: la prima, aiutare la famiglia di Daniele ad elaborare un lutto devastante; la seconda, salvare il salvabile di Mallardo, altrimenti di morti ne avremo due».