MINIERE
Corchia, dal consiglio provinciale un altro secco «no» a nuove estrazioni
Si stringe sempre di più il «margine di manovra» per Energia Minerals - controllata italiana di Alta Zinc, società australiana di estrazioni minerarie - nella partita per la riapertura delle miniere di Corchia.
Il Consiglio provinciale, composto dai sindaci del territorio, ha infatti approvato all’unanimità due mozioni in merito alle strategie di valorizzazione e tutela della Val Manubiola - una presentata dal Delegato alla Pianificazione Daniele Friggeri e una presentata dal gruppo Parma Provincia Unita - che impegnano il presidente della Provincia a lavorare a tutti i livelli affinché non sia consentita l’attività estrattiva nell’area e a promuovere strategie di gestione e valorizzazione del paesaggio finalizzate alla valorizzazione e fruizione sostenibile delle emergenze naturali e della biodiversità, in un’ottica di possibilità di sviluppo socio-economico e sostegno delle aree interne e montane del territorio provinciale sia nell’attività di pianificazione territoriale che nell’elaborazione del Piano territoriale di area vasta.
Ma l’attenzione non è puntata solo sul pregio naturalistico dell’area: il no alle miniere guarda anche al rapporto costi/benefici per il territorio, dove è ormai maturata una spiccata vocazione turistica ed ecoturistica, e alla salvaguardia del fiume Taro, che alimenta la falda acquifera a cui si attinge acqua per uso idropotabile per un bacino di circa 180mila abitanti e fornisce l’acqua necessaria a gran parte della produzione e trasformazione alimentare della provincia.
«Le due mozioni sono nate con obiettivi diversificati - spiega Friggeri -. Quella a mia firma ha come finalità quella del prendere atto dell’eccellenza del patrimonio naturalistico e paesaggistico della val Manubiola e di promuovere strategie di valorizzazione del paesaggio, con Università e altri partner per far fare uno studio specifico, che sia inserito nella nuova pianificazione di area vasta. Una delle competenze specifiche della Provincia è la pianificazione urbanistica e territoriale: attraverso il nuovo Ptav possiamo mettere vincoli e tutele specifiche per non consentire attività che possano deturpare questo patrimonio prezioso. La seconda mozione è di tipo politico e ha come scopo specifico quello di impedire l’attività estrattiva in quelle aree, già dalla fase di ricerca esplorativa».
La mozione di Friggeri schiera anche la Provincia al fianco del Comune di Berceto che nel febbraio scorso aveva approvato la proposta di ampliamento dell’area di tutela ambientale. «La Provincia è chiamata a definire una specifica “politica” paesaggistica e ambientale, espressa attraverso obiettivi di qualità, orientando le stesse scelte e contenuti degli strumenti urbanistici. Queste due mozioni da un lato tutelano e difendono e dall’altro promuovono e valorizzano, e questa logica amministrativa è stata sposata da tutto il consiglio provinciale».
Nonostante i tanti «no» incassati, la pratica resta però ancora in corso di valutazione. «Questo è dovuto al fatto che i materiali che potrebbero esserci hanno una rilevanza a livello nazionale: oggi, con alcune frontiere chiuse, la nostra produzione nazionale è penalizzata dalla mancata autonomia. Condividiamo a livello strategico la volontà di ricerca di queste materie rare e preziose, ma non si possono cercare deturpando territori pregiati».